un articolo di Roberto La Pira che leggo su Il Fatto Alimentare
Coop ha ottenuto il premio internazionale Good Chiken per avere deciso di vendere polli con il proprio marchio, provenienti da allevamenti che garantiscono precisi standard di benessere.
Ma cosa vuol dire benessere?
“Il nostro progetto si articola nell’arco di cinque anni – spiega Mazzini responsabile Sostenibilità e innovazione di Coop – il primo passo è già operativo e riguarda i polli considerati pregiati come il Livornese, Golden e Kabir, che si caratterizzano per una crescita lenta e per essere macellati dopo 60-80-120 giorni (rispetto ai 45-50 dei polli normali).
Gli esemplari di queste razze venduti con il nostro marchio – continua Mazzini – vivono in allevamenti con una densità massima pari a 30 kg al metro quadrato. In altre parole si tratta di capannoni dove ci sono 12-15 capi per ogni metro quadrato, mentre gli standard ufficiali prevedono valori superiori del 10%, che lievitano al 40% se l’impianto è moderno ed è dotato di ventilazione artificiale”.
Per quanto riguarda il benessere è importante anche la questione ambientale.
Coop garantisce la presenza nei capannoni di trespoli e balle di fieno e l’utilizzo della luce naturale e non esclusivamente artificiale tutto il giorno. Il progetto benessere interessa anche i broiler, ovvero i polli più venduti nei supermercati.
In questo caso il cambiamento è all’inizio perché gli allevamenti sono tanti e i cambiamenti da apportare agli impianti comportano un notevole sforzo economico e organizzativo che si dovrebbe completare in 5 anni.
Va detto che un anno fa Coop aveva ricevuto il premio Good Egg per avere bandito le uova ottenute da galline tenute in gabbia.
Adesso sugli scaffali si trovano solo uova provenienti da galline allevate a terra in capannoni chiusi, oppure a terra in capannoni aperti con un area esterna dove i volatili possono uscire, oppure da aziende agricole biologiche dove gli animali utilizzano come ricoveri strutture leggere e possono razzolare all’aperto.
Il prezzo delle uova di galline allevate a terra è quasi il doppio di quelle in gabbia, mentre quelle bio arrivano a costare tre volte tanto.