un articolo di Roberto La Pira che leggo su Il Fatto Alimentare che evidenzia, una volta di più, la differenza fra Informazione eDisinformazione...
Il quotidiano la Repubblica il 23 dicembre 2011 ha pubblicato un articolo di due pagine sulle frodi dell’olio extravergine firmato da Paolo Berizzi.
La nota racconta storie supportate da fatti di scarsa consistenza e da test privi di valore statistico.
Ma di questo abbiamo già parlato.
Quello che ci preme evidenziare è la tabella pubblicata nell’articolo a pagina 26.
Lo schema indica che l’olio extravergine di oliva ha un’acidità libera massima espressa in acido oleico inferiore all’0,8%, mentre l’acidità massima dell’olio vergine arriva allo 0,2%!
Quest’ultimo valore è sbagliato perchè la legge prevede un limite dieci volte superiore (2%). Lo stesso problema si pone per l’olio di oliva e di sansa raffinato, l’acidità indicata nella tabella è inferiore allo 0,1%, quando il valore corretto per entrambi gli oli è dell’1%.
Un altro appunto su cui sorgono legittimi dubbi riguarda i prezzi indicati dall’autore quando parla di olio spagnolo acquistabile dal produttore a 50 centesimi al litro, e di olio tunisino a 20-25 centesimi!
Basta osservare le quotazioni giornaliere della borsa merci per rendersi conto di quanto siano assurdi questi valori e come solo un distratto cronista possa proporli ai lettori senza verificare la fonte.
Superficialità. Giornalisti generalisti che si cimentano in argomenti tecnici senza avere la confidenza sui numeri e senza far verificare il loro scritto almeno a un ‘tecnico medio del settore’.