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Caffè più digeribile perché ha meno cere?

leggo su Il Fatto Alimentare la lettera di una tecnologa alimentare che chiede un parere circa la presunta maggior digeribilità del caffè prodotto dalla torrefazione  Dersut, dovuta secondo il produttore al minor contenuto di cere.

A seguito di infruttuose ricerche a sostegno di tale tesi, chiede se a questo punto la pubblicità di questo caffè non debba considerarsi ingannevole, visto che Uno dei requisiti dei claims è che “non possono dare adito a dubbi sulla sicurezza e\o sull’adeguatezza nutrizionale di altri alimenti.

Pubblico quindi la risposta di Dario Dongo:

Ho appreso con una certa curiosità le virtù declamate del Caffè Light Dersut. Sul sito della torrefazione si legge che:

«Le cere, sostanze presenti sulla parte corticale del chicco, possono causare disturbi digestivi in soggetti particolarmente sensibili e nei forti consumatori. Grazie al processo di rimozione, che utilizza un solvente esclusivamente organico che estrae anche parte della caffeina, si neutralizzano gli effetti delle cere e di alcuni aromi negativi quali il tricloroanisolo (responsabile dell’odore di muffa) e la geosmina (ha la particolarità di conferire un forte sentore di terra). Il prodotto trattato risulta così più digeribile è più leggero pur mantenendo inalterate le sue caratteristiche organolettiche e soprattutto conservando intatti l’aroma e il profumo».

È questa la premessa per promuovere il «Caffè Light, per non rinunciare al piacere quotidiano del caffè», precisando che «il contenuto in cera di questo prodotto non è superiore al 30% di quello originario».

Dal punto di vista normativo è opportuno riflettere su tre aspetti:

– Secondo l’interpretazione dell’avvocato generale presso la Corte di Giustizia, un’affermazione sulla digeribilità di un alimento basta a qualificare come health claim il messaggio. Inoltre, in questo caso, il caffè in oggetto viene presentato come più leggero rispetto agli altri: dunque, il c.d “regolamento claims” si applica.

– “Light”: il regolamento (CE) n. 1924/06 disciplina le condizioni di utilizzo delle sole indicazioni nutrizionali, tra queste  figurano nell’Allegato al regolamento, diciture come ‘leggero’, ‘light’ e simili, che però si possono usare quando il prodotto ha un tenore ridotto di: calorie, grassi, acidi grassi saturi, zuccheri, sodio e altri nutrienti . Nell’elenco però non ci sono le cere.

Anche il riferimento alla minore digeribilità, benché espresso in termini vaghi (“Le cere…. possono causare disturbi digestivi”) va considerato alla luce di quanto stabilito nel regolamento “claims”. Ma, al di là della questione semantica sul linguaggio usato, sono prioritari i due aspetti sostanziali precedenti.

In sostanza, l’azienda dovrebbe anzitutto riconsiderare l’utilizzo della dicitura “light”. Nell’ipotesi in cui disponga di fondati elementi scientifici a sostegno della “maggiore digeribilità” del proprio caffè decerato a confronto con il caffè ordinario, dovrà avviare una procedura di autorizzazione comunitaria ai sensi dell’articolo 13, comma 5, del regolamento (CE) n. 1924/06.

Esponendosi però al concreto rischio di contestazioni in sede autoregolamentare, amministrativa e giudiziaria.

 

 

Un commento su “Caffè più digeribile perché ha meno cere?

  1. Gigi
    25 Maggio 2012
    Avatar di Gigi

    Ciao Paolo, ultimamente,ti consiglio di bere il caffè arabica 100% president, anche questo nonostante non sia classificato come “light”, dalla Mokarabia, è una miscela in parte brasiliana, con gli stessi requisiti del caffè light Dersut, più digeribile, meno grasso,meno caffeina e con meno zuccheri, ma più dolce.

    Mi sembra che sia un discreto caffè.

    Cosa ne pensi?

    Specifico che l’Arabica è un tipo di caffè di qualità superiore alla Robusta, (più aspro e più amaro) e non per questo meno buono, perché si possono trovare dell’Arabica più scadente, in base alla provenienza es. “Vietnam”.

    Ciao.
    A presto

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