in sintesi un articolo di Agnese Codignola che leggo su Il Fatto Alimentare
Entro qualche mese il test per la diagnosi della celiachiadiventerà rapido, economico, preciso e molto meno invasivo di quelli in uso oggi.
I dati preliminari indicano infatti che un nuovo strumento diagnostico, che sarà sperimentato in diversi ospedali sloveni entro l’estate, racchiude in sé tutte queste caratteristiche, e potrebbe quindi finalmente consentire di avere risposte certe e rapide.
L’intolleranza al glutine, malattia causata da una reazione autoimmunitaria chiamata appunto morbo (o malattia) celiaco colpisce circa 100.000 italiani (ma le stime sono molto variabili e si pensa che ci siano fino a 5.000.000 di malati che non sanno di esserlo).
Si presenta con sintomi che, almeno nelle fasi iniziali, possono essere confusi con quelli di diverse altre malattie e disturbi gastrointestinali di altro tipo: senso di gonfiore, dolore, stanchezza, irritabilità, nausea, vomito, stitichezza, ulcere in bocca, cefalea, dolore alle articolazioni, depressione e altro ancora.
A causa della scarsa specificità dei sintomi, si calcola che il tempo medio che intercorre tra le prime manifestazioni e la diagnosi sia di 12 anni e che per ogni malato riconosciuto ve ne siano almeno sette che restano privi di diagnosi.
In attesa di risposta, però, poiché il glutine è presente in moltissimi alimenti e anche, come contaminante in cibi che naturalmente non ne dovrebbero contenere, i malati soffrono di numerosi disturbi e peggiorano la propria condizione, fino ad arrivare a infiammazioni e ulcere intestinali croniche.
Come detto, nelle prossime settimane il test, sviluppato da una start-up pubblica creata appositamente, la CD-Medics, sarà sperimentato e confrontato con l’esame standard in Slovenia, paese scelto per l’alto livello di informatizzazione raggiunto dai suoi ospedali pubblici, e se il risultato sarà quello atteso entro pochi mesi il chip potrebbe essere disponibile a livello commerciale in tutti i Paesi.
Inoltre, dal momento che il funzionamento non è legato in modo specifico alla celiachia, in futuro potrebbe essere utilizzato per la diagnosi di altre intolleranze alimentari e altre malattie su base autoimmune e genetica.
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