Sfuggire agli spioni della rete? Qualche volta si può

un articolo interessante, che leggo su Bancofrigo

Google ci “spia” e l’Ue è “preoccupata”. Capirai la novità. Lo avevamo intuito da quando, usando gmail, ci eravamo accorti che i link pubblicitari in coda ai nostri messaggi privati facevano riferimento esattamente a quello di cui parlavamo nel testo.

Siamo “bestiame da consumo”, dice la mia collega. E con la “rete” lo siamo diventati ancor di più.

Ogni volta che accendiamo un computer molte altre aziende, mica solo Google, sanno dove stiamo virtualmente andando e cosa stiamo cercando.

Chiunque gestisca un sito è in grado di conoscere, tramite un servizio a pagamento, quante persone stanno leggendo le sue pagine in quel momento, dove si trovano fisicamente e perché leggono quella pagina.

La mia collega mi ha detto che da un po’ gira in rete un programmino gratuito che si chiama Ghostery (ecco il link) .

In qualunque parte del web tu sia, il programma ti dice chi ti “spia”, consentendoti a tua volta di “controllare” chi ti guarda, rimandandoti se vuoi alla pagina web in cui la compagnia spiega chi è, e qual è la sua “privacy policy”.

In questo modo sei messo nelle condizioni di sapere se si tratta di un semplice contatore di lettori, o di una di quelle aziende che costruiscono il tuo profilo di consumatore. Poi c’è il passaggio finale, il più importante: Ghostery può farti diventare trasparente agli occhi di tutti, o solo di chi sembra poco affidabile. Pare che funzioni.