Il “rischio” degli anziani al volante

il vero problema, spesso, è l’incapacità dell’anziano di accettare per l’appunto di non avere più vent’anni; sembra una banalità, tuttavia il problema maggiore con mio padre (50 anni di patente) è che le rare volte in cui vado in auto con lui e gli faccio notare eventuali errori di valutazione o manovre sbagliate non in quanto tali, ma dovute ad una maggiore lentezza nell’eseguirle oppure nel valutare la situazione, ecco che arriva la classica risposta: sono 50 anni che guido,non sarò mica diventato scemo?

Scemo no, ma più lento si. E via con le discussioni fino a che lasci perdere, ma il problema resta ed infatti si è beccato due multe per essere passato con il rosso.

Non intenzionalmente, ma ha reagito lentamente nella medesima situazione (perchè una multa passi, ma ribeccarla nello stesso incrocio….! E sentirsi dire: il T-red è scattato con il giallo… Si vabbè… se non fosse che quel T-red lo conosco e so come agisce…)

in sintesi un articolo che leggo su SicurAuto

La notizia non è che gli anziani al volante rischino maggiormente di fare incidenti stradali rispetto agli altri: questo è ovvio. Il fatto è che un’altra ricerca scientifica lo conferma e offre qualche numero: per gli ultra70enni, le probabilità di avere un sinistro sono maggiori del 16% rispetto agli adulti di età inferiore.

Lo dice uno studio condotto dalle università Milano-Bicocca e Roma-Tor Vergata su pazienti in riabilitazione presso la Casa di Cura Ancelle di Cremona, presentato al Congresso della Società italiana di geriatria e gerontologia (Sigg).

Ogni anno mille anziani muoiono al volante della loro auto, cioè almeno tre al giorno, di cui il 40% ha più di 75 anni. Chiaramente, salendo l’età, cresce il numero di sinistri. Lo studio ha valutato le loro funzioni cognitive e stato funzionale: il 50% dei nonnini ha deficit nelle funzioni esecutive e riflessi inadeguati, il 25% qualche deficit di attenzione che pregiudica una guida sicura, 1 su 6 qualche carenza visiva, e 1 su 10 consuma troppo alcol.