Oggi ero a pranzo dall’amico Gigi, nello spazio Eataly al piano -1 del Coin e in attesa che arrivasse l’ora mi raccontava in sintesi degli atteggiamenti, spesso maleducati ed arroganti con i quali si scontra quotidianamente; una volta di più ribadivo il fatto che non potrei fare il suo lavoro, in quanto non reggo le persone di quel genere…
Il succo del discorso ovviamente gira intorno al fatto che molti scambiano il personale di servizio, che siano camerieri o i responsabili, per servi, in linea forse con il personaggio raccontato da Bertolino: lavoro, guadagno,pago, pretendo.
Se non fosse che anche i camerieri lavorano e meritano uguale rispetto e nel caso specifico penso a quelli che si rivolgono al personale, spesso sgarbatamente, dandogli del tu, ma pretendendo il lei e la massima educazione, ci mancherebbe. Sono i clienti, loro.
Siamo in piedi accanto al tavolo e parliamo. Arriva un uomo, ci interrompe, senza neanche uno “scusi” se non un “buongiorno” e chiede un tavolo. E’ andata anche bene che abbia chiesto la disponibilità di un tavolo, perchè…
… il tavolo accanto al mio era Riservato. Arriva una coppia, vede il cartellino con scritto Riservato, ma non chiede nulla a nessuno e si siede; pochi istanti dopo arriva un cameriere e gli chiede se li ha fatti sedere un collega o il responsabile. Dicono di no ed allora lui gli fa notare che il tavolo è riservato.
Si sono subito alzati, ma con un colpo di genio l’uomo afferma di aver notato che era Riservato, ma non essendoci scritto il nome lui si era seduto.
La domanda nasce spontanea: lo avevi riservato tu? No? Ed allora che ci sia o meno il nome, non sono fatti tuoi. Non ti siedi e fai come gli altri ovvero chiedi un tavolo.