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La carne di cavallo importata in Italia

Al di là delle normative vigenti e che sembrano carenti, tralasciamo anche il problema relativo ai controlli sanitari, vien anche da chiedersi come si possa offrire un prodotto di (media) qualità con tutti questi passaggi: la Findus ha comprato dalla francese Comigel che era rifornita dalla Spanghero, di proprietà della Pojol che ha acquistato da un’azienda di Cipro che ha subappaltato ad un’azienda olandese che si è rifornita da un mattatoio rumeno. E poi? Solo sei passaggi?

in sintesi un articolo che leggo su Sicurezza Alimentare

Circa 30.000 tonnellate di carne di cavallo, asino o mulo sono stati importati in Italia provenienti per quasi la metà dalla Polonia, ma anche da Francia e Spagna mentre poco piu’ di 1000 tonnellate provengono dalla Romania che sembra essere uno dei principali imputati dell’ horsegateche sta sconvolgendo l’Europa.

E’ quanto emerge da una  analisi della Coldiretti in riferimento alla carne di cavallo trovata in diverse confezioni di prodotti Findus in vendita in Inghilterra, che avrebbero dovuto contenere solo manzo.

Al rischio di frode che sembra profilarsi si aggiunge lo scandalo dovuto al fatto che gli alimenti sotto accusa richiamano esplicitamente all’Italia con le lasagne, i cannelloni e gli spaghetti alla bolognese (questi ultimi peraltro del tutto sconosciuti nel capoluogo emiliano) senza però alcun legame con il sistema produttivo nazionale, ma frutto di un vorticoso carosello commerciale all’interno dell’Europa.

La Findus era rifornita da una società con sede nel nord-est della Francia, la Comigel, che produce prodotti simili per fornitori e distributori di cibo in sedici paesi. I prodotti Findus contenenti carne di cavallo scoperti in Gran Bretagna provenivano da una fabbrica della Comigel in Lussemburgo. La Comigel a sua volta era rifornita dalla carne proveniente da un’azienda del sud della Francia, la Spanghero, la cui società madre si chiama Poujol.

La Poujol ha acquistato la carne congelata da un’azienda di commercializzazione di Cipro, che ha subappaltato l’ordinazione ad una società olandese. Quest’ultima era rifornita da un mattatoio e una  macelleria rumena.

Leggi anche questo articolo di Roberto La Pira

2 commenti su “La carne di cavallo importata in Italia

  1. Pingback: 50 prodotti ritirati in Europa per lo scandalo della carne di cavallo, 2 in Italia. L’elenco completo su eFoodAlert « Paoblog

  2. Madamin
    12 febbraio 2013
    Avatar di Madamin

    Guarda, ti ringrazio, avevi già mandato un “rimando” la settimana scorsa; dico che è vergognoso che non ci debbano essere delle regole fisse e soprattutto le certificazioni adeguate per chi acquista la carne a quei livelli.

    Io ti dico quello che succede da noi: tutta la carne che acquistiamo deve avere tassativamente la tracciabilità di legge (cioè il certificato di nascita delle bestie unitamente a dove vengono macellate, corredato di confezionamento e scadenza).

    L’etichetta di tracciabilità (bella grande e chiara) deve essere conservata e attaccata sulle confezioni che possiamo creare mettendo sottovuoto i pezzi che ricaviamo dal pezzo grande.

    Insomma, a controlli dell’ASL dobbiamo mostrare tutte le etichette di rintracciabilità per ogni singolo pezzo di carne che abbiamo in casa (per non parlare poi del pesce, addirittura le etichette sulle reticelle delle cozze vanno conservate di legge per 60 gg – e nota che consumiamo circa 2-3 kg di cozze al giorno, noi che ne usiamo poche).

    PERCHE’ NON E’ COSI ANCHE PER LE MULTINAZIONALI?

    E’ vero peraltro che in Italia la legislatura concernente la somministrazione di alimenti e bevande (e ovviamente la manipolazione) è molto rigida (forse la più rigida d’Europa) ma, trattandosi di alimenti, non si può scherzare.

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