una foto del povero Mastino a corredo dell’articolo che leggo su Il Salvagente
Un gatto adulto di taglia media, ovvero di circa 4 anni, sterilizzato, dovrebbe assumere circa 280 calorie al giorno. Se fosse molto pigro il suo fabbisogno calorico scenderebbe a circa 240 calorie. Un gattone di 7 chili, invece, ha bisogno di 360 calorie al giorno, se è attivo, e di sole 280 se si muove poco.
A seconda del tipo di alimentazione che si utilizza, umido o secco, si ha una diversa necessità di cucinare in casa la pappa. Per i mici abitualmente alimentati con crocchette, infatti, si dovrebbe somministrare una razione cucinata almeno due volte a settimana.
Per indicare la ricetta per prepararla il Salvagente (in edicola e in vendita on line con un test su 26 cibi per gatti) si è fatto aiutare dal professor Alessandro Gramenzi, docente di Alimentazione animale presso l’Università di Teramo.
Per un gatto attivo, di taglia media: 70 g carne magra + 50 g di riso + 15 g di carote + 1,5 g di olio di oliva
Tutti gli ingredienti dovranno essere cotti, salando l’acqua di cottura della pasta. Tutte le razioni casalinghe devono essere integrate con un integratore minerale vitaminico in commercio, seguendo le indicazioni riportate sul bugiardino.
La razione di circa 136 g va somministrata in almeno 2 pasti al giorno (meglio 3), lasciando sempre acqua fresca e pulita a disposizione del gatto.
Se si vogliono confrontare le caratteristiche analitiche di questo pasto con quelle che compaiono sulle etichette dei cibi industriali bisogna considerare che questa porzione possiede: Energia: 285 kcal di energia metabolizzabile, Proteina: 19,82 g, Umidità: 49,22%, Totale sostanza secca: 69,31 g, Proteina: 28,60% del secco.
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Sempre su il Salvagente leggo un articolo, del quale pubblico una sintesi, circa il cibo pronto per gatti
Scatolette e croccantini sono cibi equilibrati per i nostri compagni di vita?
È quanto si chiede il Salvagente con un test che ha confrontato 16 cibi “umidi” (bocconcini e paté) e 10 secchi (croccantini), venduti a un prezzo che va da meno di 2 a 9 euro al chilo.
Per l’alimentazione del gatto, a differenza di quella del cane, è più diffuso l’uso del mangime umido, spiega il professor Alessandro Gramenzi, docente di Alimentazione animale presso l’Università di Teramo. Il secco per la sua lavorazione necessita di una maggiore percentuale di carboidrati, poco graditi dai mici. I felini, infatti, essendo carnivori in senso stretto sono più sensibili al gusto. Inoltre, i gatti tendono a bere poco, perciò l’umido li aiuta a prevenire eventuali malattie ai reni.
Non è un caso, quindi, che 2 consumatori su 3 per alimentare il proprio amico acquistino barattoli e lattine. Ed effettivamente non sbagliano.
Il test del settimanale dei consumatori, basato sul confronto dei dati nutrizionali, ha assegnato un giudizio buono a 8 prodotti su 26.
Altrettanti i marchi bocciati, con i prodotti peggiori penalizzati perché non evidenziano sulle confezioni il fatto che non sono alimenti completi e vanno integrati, e potrebbero indurre in errore chi li acquista.
Ma quali sono le regole per scegliere da soli?
Bisogna prediligere gli alimenti in cui la prima voce della lista degli ingredienti è una fonte di proteine animali.
Se si confrontano le etichette di una lattina e di un sacchetto di crocchette, però, si può cadere in errore.
La percentuale di proteine della prima, infatti, non può essere confrontata con quella del secondo per il differente peso dell’acqua nella composizione. Va tenuto presente che l’8% di proteine dell’umido corrisponde a circa il 27% del secco.