di Salvatore Mignano
Letto da: Ele di Siena
Opinione personale: Mi ha riportato indietro nel tempo, mi è sembrato di rivivere certi momenti; io avevo un professore che all’inizio odiavo e mi ci ero messa in contrasto e poi divenne il mio più grande interlocutore sia per i problemi della scuola che quelli legati alla mia formazione personale…!
Nota: Francesco mi ha inviato alcune copie del libro per gli Amici del Blog; alcune di queste copie sono state assegnate a persone specifiche, ma una l’ho tramutata in un libro itinerante ovvero sarà inviato in prestito a chi è interessato, con l’impegno di avvisarmi a fine lettura e rispedirlo poi al lettore successivo.
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Non è una presentazione “accademica” quella che riguarda il romanzo di Salvatore Mignano “Assemblea studentesca con professore” che si terrà presso l’aula consiliare della Casa Comunale di Gaeta il prossimo 23 ottobre alle ore 17.
Sarà, infatti, un gruppo di studenti del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Gaeta assieme al prof. Marcello Carlino – docente di Critica letteraria e letterature comparate presso la Sapienza Università di Roma – a raccontare al pubblico i motivi per cui questo romanzo scritto da Salvatore Mignano nel 1976 è ancora oggi decisamente attuale.
In sintonia con il titolo del romanzo, l’incontro sarà un vivace confronto tra studenti e professore sul libro, sulla scuola di ieri e di oggi, sulla poesia, sulla letteratura, sui rapporti tra studenti e docenti e tra cultura e società.
Al dialogo tra studenti e professore prenderà parte anche la professoressa Sabina Mitrano, assessore alla Cultura del Comune di Gaeta, che con Antonio Lieto – presidente dell’Associazione culturale “Novecento”, modereratore dell’incontro – ha voluto pubblicare una ristampa di questo bellissimo romanzo di Salvatore Mignano in un meritorio programma di valorizzazione della più grande tradizione culturale che la città di Gaeta ha espresso nel tempo, in particolare nel corso del Novecento, riconoscendo in Salvatore Mignano una delle figure maggiori della letteratura del territorio, la cui levatura espressiva gli ha ritagliato un posto di rilievo nella coeva produzione di livello nazionale.
“Assemblea studentesca con professore” è un romanzo a due voci sul malessere della nostra scuola: dalla parte dei professori e dalla parte degli studenti. Una lucida e appassionata “ricognizione” di antichi mali e di recenti disagi: delle frustrazioni dei professori e delle illusioni degli studenti.
Una “verifica” distaccata che non nasconde una tensione morale e culturale di straordinaria resa narrativa. È anche una storia d’amore moderna e sofferta che non di rado raggiunge momenti di vera poesia.
Pubblicato inizialmente nel marzo 1976 dall’editore Gremese, è stato il primo romanzo italiano ad affrontare tematiche legate al mondo della scuola, ai rapporti tra professori e studenti, alle relazioni tra insegnamento e società. Ha, dunque, il merito di aver anticipato un genere letterario che negli anni successivi si è sviluppato in Italia e in Europa.
Appuntamento alle ore 17 del 23 ottobre 2013 presso l’aula consiliare del Municipio di Gaeta.
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Bellissima riflessione, questa di Marina…
Credo che la punta di inevitabile amarezza che c’è dietro…
… Inevitabilmente sia giustificata.
Speriamo che la possibilità che alcuni giovani traggano
ispirazioni diverse – da questo romanzo come da altre “presenze” diverse che si possono trovare attorno a noi, “diverse” rispetto agli input che oggi la società passivamente propone – conduca verso soluzioni sorprendentemente
migliori e più intense rispetto a ciò che ci aspettiamo visto
quel che abbiamo attorno…
Il libro sta viaggiando e dopo la sosta a Siena è ora arrivato ad Acireale, in un liceo dove la Prof. farà delle letture nella classe.
Questo il primo commento ricevuto:
“Oggi prima lettura, sono stati impressionati dal fatto che il protagonista fumava a scuola….. giù domande… i professori fumavano in classe? sì! e gli alunni? no!… come è possibile????”
Chissà se il papà di Francesco, quando ha scritto il bel libro che sto leggendo (ed ho quasi terminato), avrebbe mai immaginato quale sarebbe stata l’evoluzione – o meglio dire – l’involuzione – della mente e del comportamento di questa gioventù di oggi: ieri lotte per il predominio della cultura intesa come ragione, come studio e partecipazione attiva alla formazione di menti pulite, non imbrigliate in lacci clientelari e sudditanze, lontane dall’opportunismo (anche se poi andate a finire male…) da parte degli studenti e oggi invece, predominio della “connessione” per sentirsi vivi, parte di un gruppo (quale?), per sentirsi accettati e per condividere anche gli aspetti più privati della propria vita pur di non sentirsi o essere veramente esclusi (da chi e che cosa?).
Cultura del niente la chiamo io, mentre professori come Alberto Mauri (emblema di quello che dovrebbe essere un vero Insegnante) si mettevano in discussione ogni minuto perchè rifìutavano l’idea di essere portatori di insegnamenti piatti e fini a se stessi, non utili per la crescita morale ed intellettuale vera dei ragazzi, anche passando dallo studio dei classici (che io, che non ho mai fatto, trovo fondamentale perchè, se li avessi studiati, all’università avrei avuto vita più facile per tanti motivi).
Sfido oggi a trovare nei professori questo istinto e questa voglia di trasmettere “vitalità”, partecipazione emotiva vera, iniziando proprio dai banchi di scuola un percorso di crescita morale che lascerebbe poi poco spazio al mezzo “connessione a tutti i costi” perchè sarebbero sempre meno quelli che ne diventerebbero dipendenti, grazie ad una presa di coscienza del proprio essere e del proprio posto nella società, indipendente dalla presenza del profilo su FB.