leggevo giusto ieri sera l’articolo di Altroconsumo citato da Caprino nel suo post e mi è subito venuto in mente quanto raccontato tempo fa dall’amica Nadia che mi circa un certo distributore milanese no logo che ha appiedato più di un automobilista… 😉 cosa questa che in ogni caso non deve farci generalizzare.
C’è però da dire che Caprino cita l’assenza di problemi nei test sulla benzina condotti da Altroconsumo, attribuendo il fatto anche al numero limitato di distributori testati; leggendo integralmente l’articolo di Altroconsumo si scopre però che nonostante i pochi campioni esaminati, per il gasolio le cose non filano affatto lisce.
Leggo infatti che sono emerse diverse anomalie su questi prelievi ed oltre la metà dei campioni ha uno o più valori fuori norma; nello specifico si parla di 4 pompe bianche (1 a Milano e 3 a Genova) più altre due pompe di marca a Genova.
Secondo Altroconsumo i problemi riscontrati non causerebbero danni al motore, ma resta il fatto che confermano che c’è qualche problema nei controlli e di fatto viene venduto gasolio non in regola.
In quattro distributori è stato riscontrato un problema nel punto di infiammabilità che potebbe essere dovuto ad una contaminazione delle cisterne, con presenza di benzina.
In tre distributori a Genova invece è stato riscontrata l’eccessiva presenza di biodiesel cosa questa che oltre un certo limite potrebbe causare danni al motore; secondo le Case automobilistiche infatti il limite massimo accettabile è del 7%, anche se si sta cercando di innalzare questo limite, cosa questa ovviamente ostacolata dalle compagnie petrolifere.
Un’ulteriore dato anomalo riscontrato è l’eccessiva presenza di batteri, fattore questo non regolato da nessuna normativa, tuttavia sembra che il moltiplicarsi dei batteri possa portare, nel tempo, a problemi di intasamento dei filtri.
Infine in una pompa bianca, sempre a Genova (!) è stato trovato un valore decisamente eccessivo di zolfo, circa una volta e mezzo oltre il limite di legge, e quindi questo gasolio non potrebbe essere venduto.
Positive invece le analisi circa la presenza di acqua che non devesuperare i 200 mg/Kg. Tutti i campioni analizzati hanno un contenuto decisamente inferiore al limite.
P.S. Visto che si parla di benzina e che il rifornimento Self è diventato la regola, meglio farlo tutelando un poco la nostra salute ovvero pensiamo al fatto che mentre facciamo benzina respiriamo “veleni” dai nomi impronunciabili come mtbe, toluene, xilene o benzene.
* * *
Costa poco, ma non è che la sua qualità è inferiore o che addirittura c’è dentro dello sporco che poi fa male al motore?
Quando si parla di carburanti low cost (venduti sia da pompe bianche sia da ipermercati sia da alcuni impianti con marchio di compagnie petrolifere) i dubbi sono tanti: sono relativamente pochi i consumatori che sanno che i prodotti in vendita in una qualsiasi zona vengono praticamente tutti dalla stessa raffineria.
Ma un conto è ripetere questo e un conto è dire che qualcuno ha condotto analisi di laboratorio (che hanno un costo) per confermare che effettivamente non c’è differenza.
Le analisi sono state condotte dall’associazione di consumatori Altroconsumo e sono pubblicate sull’ultimo numero dell’omonima rivista. Sono lontani i tempi in cui test del genere erano alla portata anche di altre riviste: i media sono onnipresenti nel dare notizie subito, ma non hanno più i soldi per fare gli approfondimenti.
E, se nessuno lo fa notare, sarà sempre peggio: la gente è sempre più abituata ad avere “tutto” gratis e non si accorge che questo “tutto” in realtà è vicino al “niente”, essendo spesso una ripresa di comunicati stampa (che la gente può leggere anche direttamente sul sito dell’azienda o dell’ente che li scrive) o poco più.
Tornando alla questione prezzo-qualità dei carburanti, non c’è comunque da stare troppo tranquilli per i buoni risultati dei test di Altroconsumo: se il campione fosse stato più ampio, probabilmente sarebbero emersi problemi come quelli che ogni giorno appiedano più di un automobilista.
Parliamo di impurità presenti in cisterne sulla cui manutenzione si risparmia troppo e di sostanze aggiunte (dal gestore o dall’autotrasportatore nel tragitto tra la raffineria e l’impianto) per “allungare” il prezioso liquido, rubandone una parte.
Sono comunque problemi che si presentano indifferentemente tra pompe bianche o low cost e pompe con marchio di una compagnia.