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Appalto vinto da chi ha scritto il bando. Ma non è reato.

di Maurizio Caprino

Voi che cosa pensate quando si viene a sapere che il bando di un appalto viene scritto da uno dei partecipanti alla gara?

Che sono volate mazzette, come minimo. E invece può anche essere diversamente. Almeno dal punto di vista giudiziario. Lo si è visto con i risultati delle indagini su forniture di apparecchi di controllo velocità e passaggio col rosso.

A Como (archiviazione per due comandanti di polizia locale e un segretario comunale dei Comuni di Vertemate con Minoprio ed Albese con Cassano), Modena (“archiviato” il comandante dei vigili di Vignola), Verbania e Rovigo (prosciolto il comandante dei vigili di Lendinara).

I giudici non hanno trovato mazzette, ma “solo” le copie dei bandi scritti dal privato e fatte proprie dai Comuni. Con tanto di annotazioni da cui il rapporto tra funzionario pubblico e imprenditore privato appariva come se i due fossero stati dalla stessa parte.

Ma di penalmente rilevante non è stato trovato nulla. Un po’ come accadde nel 2005 con la celebre telefonata “Abbiamo una banca” tra Giovanni Consorte e Piero Fassino.

E allora come mai il privato si prendeva la briga di scrivere i bandi?

Solo perché chi aveva la responsabilità di scriverli (praticamente, gli indagati in forza ai Comuni) non sapeva farlo e accettava un aiuto esterno. Che per i giudici tale è rimasto, senza sconfinare nella corruzione.

Un commento su “Appalto vinto da chi ha scritto il bando. Ma non è reato.

  1. Morbida Dolcezza
    22 gennaio 2014

    Poverini… non sanno scrivere i bandi….

I commenti sono chiusi.

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