Siamo a Roma, nel quartiere Monti, dove Pasolini cercava gli attori per Accattone e Totò e Peppino falsificavano le banconote da diecimila nella Banda degli Onesti.
Finiti quei tempi d’oro, alla Sma dell’Amba Aradam, nel delirio di una domenica pomeriggio, tra «strepiti e urla middle class» e «sguardi inferociti di odio» a causa di una fila infinita, si incontrano lei (Gloria), e lui, un anonimo io narrante.
Mentre Gloria racconta la fine della storia d’amore con Federico e introduce i colpevoli, Camilla e Roberto, una donna poco brillante, e un immobiliarista radical chic che si è arricchito gonfiando le quotazioni degli appartamenti di periferia, l’amico, ghost writer ma escort di vocazione, svela i retroscena sul suo lavoro e sulla varia umanità con cui ha a che fare ogni giorno.
Un viaggio (satirico) nell’Italia di oggi, che sotto la patina del buon gusto nasconde gli altarini di cui andare poco fieri. E che strizza l’occhio alla Grande Bellezza.
peccato, ero stato attratto dal titolo;
– pensavo si trattasse di un saggio sull’abolizione del Senato: addio poltrona per Mario Monti