Quando si tratta di disegnare strisce sull’asfalto, che siano bianche o blu, i Comuni diventano creativi; abbiamo le strisce blu per auto triangolari e quelle tracciate sino al limite del’incrocio (Dice il Codice, all’articolo 158 Comma 1, che la sosta è vietata nei centri abitati in corrispondenza delle intersezioni ed a meno di 5 metri dalle stesse. Ma se paghi la sosta, allora tutto è permesso, non intralci la visibilità, e via dicendo…)
Poi, come raccontato in un altro post, mi trovato spesso alle prese con la striscia blu che cozza su uno spicchio di marciapiede che, se non ci fosse, permetterebbe di sfruttare al meglio lo spazio disponibile.
Va da sè che un’auto normale non potrebbe parcheggiare, ma fortunatamente la Kmobile mi ha aiutato ad usufruire dell’unico spazio disponibile, anche se purtroppo non sono riuscito ad accostare al meglio al marciapiede.
Se dobbiamo parcheggiare nelle strisce blu, non varrebbe la pena di disegnarle al meglio e, nel caso, di modificare il marciapiede?
ed ora un articolo di Maurizio Caprino che completa il cerchio:
Gli automobilisti che a Bresso parcheggiano sul lato destro di via Marconi scendono dalla vettura e restano straniti. Si accorgono che le ruote sinistre sono molto fuori rispetto alle strisce che delimitano la porzione di asfalto destinata alla sosta e, sulle prime, pensano di aver sbagliato clamorosamente la manovra. Solo dopo scoprono che, in questa piccola strada della periferia nord di Milano, qualcosa non va nella segnaletica orizzontale.
Come vedete nella foto qui sopra, scattata dal collega Nicola Dentice, lo spazio disegnato è troppo stretto: ci potrebbero stare solo mezzi come l’elettrica Renault Twizy (che peraltro non è nemmeno classificata come autovettura) e la Smart. Così tutti si chiedono se all’ufficio tecnico comunale siano impazziti.
Premesso che è proprio il Comune a darsi autonomamente le regole per le misure degli spazi destinati alla sosta (non esistono minimi o massimi imposti dal Codice della strada), mi sembra probabile che quelle strisce così “strette” siano una “lucida follia”, molto all’italiana.
Infatti, via Marconi è stretta. Ma evidentemente non si poteva rinunciare a consentire la sosta su entrambi i lati. Restava da fare i conti col fatto che, probabilmente, tracciando strisce “normali” l’unica corsia destinata a far transitare i veicoli su questa via non sarebbe arrivata alla larghezza minima di 2,50 metri richiesta dal Codice della strada. Come fare?
Ci sono città in cui si decide semplicemente di disegnare la segnaletica orizzontale come se non si potesse parcheggiare su un lato e poi si tollera la sosta anche da quella parte (mi viene in mente il caso di viale Kennedy a Bari).
A Bresso sembrano avere scelto una variante di questo principio: si disegna pure uno spazio per la sosta anche sul secondo lato, ma stretto per garantire alla corsia di marcia la larghezza minima di legge, salvo poi esercitare tolleranza anche qui (in questo caso, nei confronti della sosta tenendo due ruote fuori dagli spazi segnati).
Entrambe le soluzioni hanno due pregi (per i Comuni): evitare di rendersi impopolari verso chi ha necessità di posteggi e di essere ritenuti responsabili o corresponsabili in caso d’incidente provocato o aggravato dalla strettoia costituita dai veicoli in sosta.