Per quel che mi riguarda, dovrei correggere il titolo in La guerra dei bisnonni, dato che nella I guerra mondiale ha “combattuto” il mio bisnonno tedesco; in realtà, con grande scandalo per quei tempi, aveva dichiarato di non voler combattere, è stato un obiettore di coscienza, per cui è stato mandato in Francia, nella Sanità. E’ poi morto a Metz, per malattia, forse tubercolosi, ma non ricordo bene.
Quale segnalazione aggiuntiva, oltre al libro di Cazzullo, credo possa interessare anche il lacerante Niente di nuovo sul Fronte Occidentale di Eric Marie Remarque.
Agganciandomi poi alle lapidi presenti in ogni paese a ricordare i caduti, è possibile trarre qualche spunto anche da questo post: Ecco perchè voto (ai referendum e non solo)
Aldo Cazzullo ha scelto di raccontare la Prima guerra mondiale attraverso i ricordi dei pochi sopravvissuti.
Nelle piazze di ogni paese, anche del più sperduto e disabitato, c’è sempre una lapide a ricordare una generazione, i ragazzi nati alla fine dell’Ottocento, spazzata via dalla guerra al fronte.
Una guerra che combatterono poveri fanti nelle trincee, mal armati, denutriti e impreparati a vivere condizioni estreme. E in pochi ebbero la fortuna di tornare per raccontarla.
A cento anni dall’inizio di quell’ecatombe, Cazzullo ricorda e riannoda i fili di un passato lontano.
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Appunto… l’essere umano è stupido
non abbiamo imparato in alcune migliaia di anni, di guerre, di morti…
ed infatti, che siano i russi in Ucraina o quelli dell’Isis ….
Speriamo che sia davvero un passato lontano e che la storia ci insegni a non ricadere negli stessi errori…..