in sintesi un articolo che leggo su Rinnovabili.it e che segnalo all’amico Angelo R.
Baita Tonda nasce alla fine degli anni quaranta dalla matita raffinata dell’architetto veneziano Mario Kiniger, configurandosi subito come un apprezzato punto di riferimento per tutti gli sciatori ed escursionisti dello storico comprensorio sciistico di Folgaria- Serrada, oggi è stata ristrutturata per aumentarne la sostenibilità ambientale e migliorarne i servizi.
Dagli anni cinquanta ad oggi Baita Tonda è stata oggetto di numerosi interventi architettonici che ne hanno arricchito le forme e mutato l’organizzazione degli spazi interni.
La recente normativa regionale sull’adeguamento dei rifugi e lo stato di conservazione delle strutture hanno determinato l’esigenza di una nuova ristrutturazione capillare di tutta la costruzione: Baita Tonda si veste di energia rinnovabile e sostenibilità ambientale.
L’architetto Marcello Lubian sfruttando il dislivello del terreno e riorganizzando gli spazi interni, crea un piccolo gioiello ecosostenibile che trova nell’ecosistema in cui è inserito le uniche forme di sostentamento.
L’edificio è stato realizzato in soli sei mesi, sfruttando il periodo di disgelo e riducendo i problemi di accessibilità per i mezzi d’opera durante i mesi invernali.
L’impiego di elementi prefabbricati, la riduzione del cemento e l’utilizzo di materiali leggeri facilmente trasportabili hanno consentito una cospicua riduzione dei tempi di realizzazione ed un minore sfruttamento del territorio, interessato dal passaggio di mezzi d’opera di dimensioni ridotte per un periodo di tempo limitato.
L’allestimento impiantistico e tecnologico consente di dimezzare i consumi originari a fronte di una superficie utile tre volte maggiore di quella di partenza: l’edificio rispetta i parametri della classe B di Casa Clima con un fabbisogno energetico inferiore a 50 kWh/m², raggiungendo altissime prestazioni di qualità ed efficienza.
Il riscaldamento, l’illuminazione e l’acqua calda sanitaria sono ottenuti attraverso l’integrazione degli apporti di più fonti di energia rinnovabile, solare e geotermica.
Due pompe di calore a sei sonde geotermiche ed un sistema di recupero del calore proveniente dal caminetto provvedono al riscaldamento degli ambienti di servizio, delle stanze da letto e della zona ristorante.
L’acqua calda sanitaria viene ottenuta ad opera dei pannelli solari installati sulla copertura, mentre il sistema di trattamento dell’aria della zona ristorante e degli ambienti comuni è affidato ad un impianto di ventilazione interna con recupero del calore.
L’acqua è gestita da un doppio sistema di recupero costituito da una cisterna per lo stoccaggio delle acque meteoriche da riutilizzare per l’alimentazione delle vaschette dei wc e da un serbatoio per le acque potabili, direttamente collegato all’acquedotto principale.
Le emissioni nocive del nuovo rifugio sono state nettamente ridotte sia dal sistema impiantistico installato che non si basa sull’apporto di combustibili fossili, sia dall’introduzione di un impianto de-grassatore per gli scarichi delle cucine e di un sistema di triturazione per le acque reflue.