Tempo fa nel post Arriva l’Expo, ma i bagni pubblici, dove sono? mi chiedevo se per il Comune fosse possibile… creare una rete di bagni pubblici sparsi per la città (anche in periferia), utilizzando le persone attualmente disoccupate per la gestione e la pulizia.
Un paio di giorni fa ho letto in questo articolo che:
… è in arrivo a settembre il Pronto intervento antidegrado: piccoli gruppi di lavoratori che in supporto ad Amsa raccoglieranno spazzatura in 15 aree di Milano, rispondendo alle segnalazioni telefoniche dei cittadini.
I team di tre persone, che si aggiungeranno alle squadre antidegrado lanciate lo scorso dicembre dall’amministrazione, saranno composte da 100 disoccupati selezionati dal Celav (Centro mediazione per il lavoro del Comune) e segnalati dai servizi sociali.
E così oltre che intervenire sul territorio con del personale in più, si aiutano persone in difficoltà, sperando poi che lavorino meglio di quel paio di addetti che nel mio comune (provincia ovest) sono perennemente indecisi fra l’imboscarsi con il loro mezzo oppure fingere di pulire, lasciando di fatto la strada come l’hanno trovata.
E prima o poi riusciremo a fotografare questi non-lavoratori all’opera…
Circa le nuove squadre all’opera da settembre, speriamo che siano formate nella giusta maniera, in modo da evitare quanto raccontato tempo fa: Se l’Amsa pulisce dove c’è pulito e poi…
Ricordiamoci infine che l’Amsa può pulire quanto si vuole, ma finchè ci sarà un incivile che sporca due metri più in là, le cose non si risolveranno.
Leggi: Se il cittadino (incivile) ignora l’invito del Comune a non sporcare…
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