a cura di Martina Villa, curatrice della Pagina FB Quando nevica scarlatto
È stato il libro più chiacchierato e più venduto dell’anno, quello che era peggio del prezzemolo; lo si trovava davvero ovunque, dagli scaffali di tutte le librerie agli autogrill e perfino nelle cartolerie.
Sì, sto parlando di “After” di Anna Todd ed, ancora sì, cercherò di parlarvene.
Avevo sentito i commenti più disparati su questo libro, chi lo adora, chi lo odia, chi lo giudica un best seller e chi solo una fanfiction di bassa lega su Harry Stiles (perché ormai lo sanno anche i muri, il protagonista è ispirato al cantante degli One Direction, anche se nella versione cartacea hanno cambiato il suo nome da Harry ad Hardin, perché il diretto interessato, a quanto ho sentito, non ha dato il consenso affinché il suo nome venisse utilizzato in questo libro.
Capisco perfettamente il perché ). Ma, a parte questo, ho cercato di non farmi influenzare da tutte le dicerie che brulicano su internet: che è la versione teen delle Cinquanta sfumature, che è una fanfic da quattro soldi, che è una scopiazzatura di “Uno splendido disastro”, etc…
E, una volta terminata la lettura, ho deciso di coniare anche io una mia definizione del libro. Eccola.
A metà tra Moccia e “Le prime luci del mattino” di Fabio Volo, solo in versione britannica.
Ma! Dato che sarebbe davvero troppo facile sparare a zero su questo libro e finirei senza dubbio con il risultare alquanto noiosa e petulante, perché ormai è già stato detto tutto il dicibile sulla travagliata storia di Tessa ed Hardin, mi cimenterò in qualcosa di diverso.
Allora, come si fa a rendere giustizia ad un libro brutto? Lo si confronta con uno più brutto, esattamente.
E indovinate con cosa lo confronterò?
Già con le Cinquanta sfumature.
A livello di trama siamo circa pari, perché né le Cinquanta sfumature né After sembrano averne una. In compenso After può vantare la combo “tira e molla” più “inciucci vari tra più personaggi” degno di una soap opera (e dato che di seguiti la Todd ne ha partoriti ben quattro mi sa che a Beautiful, After, gli fa le scarpe).
Per quanto riguarda i personaggi, beh, Tessa è caratterizzata sicuramente meglio di Ana (non che ci volesse molto eh) ma rimane comunque un’accozzaglia di controversie e cliché. Ma tra Mr Gray e Hardin non saprei proprio che pesci pigliare… sono entrambi instabili, altalenanti e tendenti alla sociopatia.
L’unica differenza è che Hardin non ha una stanza rossa (si chiamava cosi?) in cui “fare roba strana” munito di fruste e quant’altro.
Per lo stile di scrittura After si salva perché tra gli innumerevoli dialoghi, a differenza delle Cinquanta sfumature, riesce ad intervallare un minimo di descrizioni.
I capitoli rimangono comunque, a mio parere, troppo corti; durano infatti solo poche pagine e non ci si riesce nemmeno ad immedesimarsi nella vicenda che è già tempo di cambiare ambientazione ed atmosfera ed il più delle volte questo risulta snervante.
Per quanto riguarda la considerazione della figura femminile data dall’autrice, parlando in relazione al messaggio chr vuol far trasparire. After supera nettamente le Cinquanta sfumature, perché Tessa più volte si arrabbia con Hardin, lo fronteggia, loro di confrontano e tutto il resto.
Il loro tipo di rapporto è molto più un “dare e ricevere”, mentre quello tra Ana e Christian ha una prospettiva “mr Gray-centrica” ed è una delle problematiche maggiori che ho riscontrato in questo libro. Ana è sfruttata e seviziata da Gray e non si oppone (e ora non azzardatevi a dirmi che è eccitante essere frustati o cavolate del genere. Dai!) ed il messaggio, quello della donna-oggetto, che traspare è terribile, mentre la relazione tra Tessa e Hardin sembra più “sana” anche se lungi dall’essere normale.
Nonostante ciò After è un libro terribilmente commerciale, senza pretese, senza insegnamenti, senza sostanza e, datemi pure della bigotta, volgare all’inverosimile. A tratti lento, noioso, ripetitivo e banale. Mi spiace, ma non ne ho apprezzata nemmeno una pagina.
Una cosa che tengo particolarmente a sottolineare, e che in questo romanzo mi ha irritata moltissimo, è il personaggio chiamato Jace.
Allora, è noto che nelle fanfiction possano essere inseriti personaggi appartenenti a libri o realtà diverse tra loro amalgamati un un medesimo contesto e questo tipo di storia viene definito “crossover”. Quindi, dato che il suddetto personaggio ha un nome molto particolare ed una descrizione fisica che più o meno dice : “ aveva i capelli biondi e gli occhi castani”, vuoi vedere che ci troviamo davanti a nientepopodimeno che Jace Wayland / Lightwood / Herondale?
Permettetemi, ma come hanno cambiato Harry in Hardin, non potevano cambiare Jace in, che ne so, Jason?
Da grande fan della Clare mi vien voglia di gridare al plagio.
In conclusione, come avrete già capito, After è un libro che dovrete evitare come la peste.
Ho voluto strutturare diversamente questa recensione solo per un fattore di originalità, cercando di rendere il suo contenuto ironico, perché ne ho letti veramente, ma veramente tanti di pareri negativi su questo libro e non mi andava di ripetere la stessa solfa già espressa da una notevole fetta di lettori.
After è sicuramente meglio delle Cinquanta sfumature, ma non è un bel libro. Leggetelo solo se avete amato le piccanti avventure di Mr Gray & co. Altrimenti non leggetelo, vi farà solo bene.