a cura di Martina Villa, curatrice della Pagina FB Quando nevica scarlatto
Devo ammetterlo: la Clare mi era mancata; anche se ero un po’ intimorita da questo romanzo dopo l’insoddisfacente conclusione delle saga “The mortal instruments”, pensando che l’autrice avesse perso il suo tocco magico ed imprevedibile, avendo già spremuto tutto lo spremibile per quanto riguardava il mondo dei Cacciatori di ombre, sono stata felicissima di aver scoperto che le mie paure erano più che infondate.
La Clare fa davvero un ritorno “col botto” e già dalle prime pagine si intuisce come il suo stile si sia evoluto ancora, arricchendosi di tante sfumature, particolari e caratterizzazioni (personalmente ho adorato la descrizione del Mercato delle Ombre, ricchissima di dettagli e sfaccettature!)
Inizialmente la storia è un po’ lenta perché l’autrice rispiega da capo come funziona il mondo degli Shadowhunters, in modo da rendere accessibile e godibile questa nuova saga anche a chi non ha letto le precedenti. Scelta che ho decisamente apprezzato.
Dunque, la storia entra nel vivo circa a pagina cento/centocinquanta dopo una lunga presentazione dei personaggi che, in questo libro, sono davvero, davvero tanti. Il bello però sta proprio nel fatto che ognuno di essi riesca a trovare il suo spazio, che venga presentato e caratterizzato a dovere, senza che nessuno rimanga una semplice “figura di cartone”.
Emma che è una protagonista decisamente tosta, una vera Shadowhunter; sarcastica, forte ed indipendente. Una delle poche protagoniste donne ad andarmi a genio. Promossa a pieni voti.
Julian, oh, finalmente un protagonista che è semplicemente un ragazzo normale e non il figaccione di turno tutto muscoli, tutto cervello, buono, bello eccetera!
Promosso anche lui, soprattutto per la sua caratterizzazione che lo rende un personaggio molto vero; per lui niente maledizioni, esperimenti o robaccia soprannaturale, no, lui è solo un ragazzo con troppe responsabilità, che si è trovato costretto a crescere, tramutandosi da un giorno all’altro da bambino in uomo, per badare ai suoi fratellini dopo la morte dei suoi genitori.
E ha un lato nascosto, buio, che lo fa sembrare un po’ cattivo e che spero venga sviluppato e mostrato meglio nei prossimi libri. Comunque, come ho già detto, anche lui è promosso.
Mark invece è stato una sorpresa. Una bella sorpresa. In “Città del fuoco celeste” mi era indifferente, leggermente tendente all’antipatico, in “La signora della mezzanotte” invece mi è davvero piaciuto, specie la sua dualità Cacciatore-fata ed i suoi battibecchi con Emma e Julian. (Inoltre bellissima la scena in cui Cristina gli taglia i capelli. )
Malcom. Mi piaceva, anche se sembrava un po’ Magnus. (SPOILER) E fino alla fine mi son detta che c’era stato un malinteso, un inghippo o uno sbaglio, non volevo credere che fosse lui il villian del romanzo. Anche qui la cara Cassie è riuscita a stupirmi. Molto bene.
I piccoli Blackthorn sono ognuno diverso dall’altro, tutti ben definiti e rendono molto bene l’idea di famiglia numerosa, caotica ma anche unita.
Cristina, per ora è un “ni”, nel senso che mi è parsa un po’ la classica amica sincera, buona e disponibile dei romanzi adolescenziali. Spero che comunque l’autrice abbia in serbo qualche sorpresa per noi nei prossimi romanzi. (DEVE averla in serbo, io voglio un triangolo Cristina-Diego il Perfetto-Mark!)
Comunque, tornando alla storia, inizialmente, con la faccenda dell’indagine e tutto quanto, temevo di ritrovarmi a leggere una specie di giallo in chiave shadowhunters, ma fortunatamente la Clare se ne è uscita alla grande, intervallando al mistero dei Seguaci ed alla ricerca dell’assassino dei genitori di Emma una storia unica, un mix di azione, romace e mistero, con un intreccio pazzesco, in cui tutti i personaggi vengono coinvolti ed ognuno ha il suo ruolo determinante nella vicenda ed è incredibile la bravura con cui l’autrice riesca a gestire così bene un numero così elevato di personaggi senza lasciare nessuno nell’anonimato, come una burattinaia professionista che è in grado di tirare ogni filo della storia, facendoli convergere poi in un finale inaspettato, che vi farà desiderare di avere già il secondo libro della saga tra le mani.
Beh, nel puro stile della Clare, il cliffhanger finale era inevitabile.
Due parole sulla storia extra:
Bellissimo il parallelismo con Le Origini che ho notato nel momento in cui Clary dice di aver sorpreso una volta Jace di spalle mentre suonava il pianoforte e lui le abbia detto: << Alec? Alec sei tu? >>
Ricordate la scena ne “Le origini, l’angelo” in cui Jem e Tessa si incontrano per la prima volta e lui sta suonando il violino nella sua stanza?
Bene, e quali sono le prime parole che il ragazzo rivolge a Tessa?
<< Will? Will sei tu? >>
Ecco ora piangete. Io l’ho fatto.