Il protagonista di “Orfanzia” è perseguitato dai genitori, una coppia napoletana benestante che vuole vederlo tondo e felice come gli altri bambini.
Ma lui non si piega: è convinto che tutti gli adulti i bambini se li mangino, a un certo punto, e non è certo la fine che vuole fare.
Poi, lentamente, alcuni incontri-scontri con la vita (nella forma di un amico di violente scorribande e di una serie di compagni e compagne di scuola) accendono un gusto per le cose di tutti i giorni che si propaga in lui raggiungendo anche le papille e la tavola.
Sembrerebbe la fine dei suoi problemi. E invece è la fine e basta.
