12.00 – Seggi cosi’ imballati da tornare a casa e ritornare nel pomeriggio, saranno 20 anni che non li vedevo.
13.30: Siamo ritornati, una fila di poche persone ed abbiamo fatto il nostro dovere.
Dopo di che, operazioni certamente rallentate dal talloncino anti-contraffazione, ma se serve, va bene così.
C’è da dire che quando ho restituito le schede ed hanno citato il mio numero non si trovavano d’accordo ed hanno risolto con un “avrai capito male, con sta confusione” il che sarà sicuramente vero, però…
Infine, Rok ha inserito le schede nelle urne, mentre le mie le ha messe la presidente del seggio, come peraltro si dovrebbe fare.
Nota a margine:
Divertente il cartello di divieto per il cellulare in cabina, ma ovviamente tutti avevamo il cellulare e nessuno lo ha consegnato.
Ma imporre divieti che nessuno rispetta (o può rispettare) svuota di significato il divieto in sè.
In ogni caso, come leggevo oggi su il Salvagente: “Rischia una multa di 15.000 euro chi entra nella cabina elettorale con il cellulare e fotografa la scheda.
La Suprema Corte conferma che il presidente di seggio deve invitare l’elettore a lasciare i cellulari in custodia insieme al documento, entrambi da restituire all’uscita.
Tuttavia non sono previste conseguenze penali per il presidente che viene meno al suo dovere, mentre la stessa cosa non si può dire per l’elettore che porta in cabina il cellulare o altri dispositivi con i quali si può fotografare. Un divieto la cui sola violazione fa scattare il reato.”
Da parte mia, considerando soprattutto che cogliere in fallo uno che fotografa la scheda non è così facile, una volta pescato piuttosto che una multa gli impedirei di votare in futuro.