Testi & foto di Mikychica.lettrice
“Presto fu tardi nella mia vita. A diciott’anni era già troppo tardi. Sono invecchiata a diciott’anni. Non so se succeda a tutti, non l’ho mai chiesto. È stato un’invecchiamento brutale.”
Una storia d’amore non convenzionale, in una Indocina degli anni ’30, dove il disonore va a braccetto con il problema razziale, dove l’amore di lui è così intenso e struggente da diventare doloroso, quello di lei è più vicino alla curiosità, al calcolo, ma la passione che li travolge è dolce e violenta al tempo stesso.
Un linguaggio crudo e lirico che ti avvolge in questo flusso di ricordi che, in quanto tali, affiorano a sprazzi, senza una consequenzialità temporale, come rigurgiti di un passato che riemerge per dare vita e far morire continuamente la “bambina bianca” che è stata.
La ragazza, con i suoi 15 anni, è una donna che cresce all’ombra di una madre con disturbi psichici, di natura depressiva i e l’impotenza, davanti alla sua sofferenza, la rende estremamente triste.
L’impossibilità di essere figlia e per lei la famiglia che sua madre aveva vanamente sperato di creare, le aprirà la strada per sprofondare nel cinismo. Arma di cui si servirà per rinnegare anche i suoi sentimenti.
La madre che ha un ruolo fondamentale per la crescita di quella figlia le lascerà passare comportamenti disdicevoli a parere di molti ma soprattutto le lascerà credere che quel suo modo di essere presente per quell’uomo sia l’unica forma possibile di amore che potrà donargli.
Le consentirà di credere che di quell’uomo le interesseranno solo i suoi soldi.
E’ un libro che mi ha lasciato grande amarezza, ho provato dispiacere e angoscia. Sembra una confessione, una liberazione, quasi una giustificazione davanti ad una rinuncia.