Testi & Foto di Loredana_sq18
“È così che muoiono gli imperi senza che si avverta neanche un fremito?”
(cit)
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Nascere e morire forse non sono solo l’inizio e la fine del nostro destino, ma moduli che si ripetono, senza sosta, lungo tutta un’esistenza.
Ciò che se ne va costituisce la condizione necessaria a ciò che verrà.
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Il futuro corre verso di noi portando con sé la nostra fine ma è anche la provincia sconosciuta in cui siamo costretti ad addentrarci come esploratori alla scoperta di trappole e tesori.
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Yeats diceva che si vive e si muore molte volte fra le nostre due eternità.
E questa alternanza è ciò che chiamiamo “destino umano” rispetto ad un’eternità a cui non siamo ammessi.
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Un libro dalla scrittura sontuosa ed ipnotica che ti cattura e ti travolge nel suo flusso mai acquiescente, in cui ti sembra sia facile perdersi, ma così non é.
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Ti fa immergere in apnea nei mondi dei suoi personaggi, ognuno dei quali assiste al suo crollo, come quello dell’Impero Romano a cui Agostino, Vescovo di Ippona, diede la sua interpretazione nel Sermone del titolo.
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Colto ed originalissimo, un romanzo corale che racconta di tre generazioni,
che passa dalla Corsica, alla Francia, all’Algeria e alle due Guerre,
ma è chiaro che quello che interessa davvero all’autore, più che lo spazio, è il Tempo:
in cui le vicende del piccolo paese corso diventano parte della Storia collettiva.
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“Se cerchi di stringere ciò che hai costruito, stringerai solo vento”.
(cit)
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Bisogna credere allora nei mondi che creiamo?
Bisogna continuare ad illudersi che siano eterni?
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E in questo tempo liquido, in questo mondo che ha allungato la vita del corpo senza pensare a quella dell’anima e che sembra aver perso la cognizione del dolore e della morte…
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imparerai che niente è per sempre.
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E che qualche volta i Premi letterari riescono ancora a promuovere Autori degni di questo nome.
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👑 PRIX GONCOURT 2012
👑 Premio STREGA EUROPEO
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(📯 e sempre sia lode a te, Vittorio, grandissimo Libraio e prezioso Amico)