Paoblog.net

Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: La terra delle donne

Tre vecchi amici – un medico, un ricco magnate e un sociologo –, legati dalla passione per i viaggi e l’esplorazione, colgono al volo l’occasione di unirsi a una grande spedizione scientifica e malauguratamente si ritrovano da soli in una terra sconosciuta, forse in Sud America.

Parte da qui, come un vero e proprio romanzo d’avventura, il racconto-pamphlet che Charlotte Perkins Gilman scrisse nel 1915, dando vita alla prima utopia femminista dell’età contemporanea.

Antesignana dell’insofferenza e della consapevolezza delle donne riguardo alla disuguaglianza loro imposta dall’ordine sociale, Gilman mise sotto gli occhi di tutti l’insensatezza, oltre che l’ingiustizia, della condizione femminile. E lo fece scegliendo la via più semplice e diretta: non una denuncia argomentata, come nelle sue opere saggistiche, ma un racconto di fantasia che mette in bocca a un uomo, il narratore-esploratore, la scoperta e la descrizione di un paese felicemente e pacificamente abitato da sole donne.

Quale arguzia e quanta ironia, in poche pagine che a oltre un secolo di distanza non cessano di stupire per lucidità e forza argomentativa. Le stesse che ritroviamo negli altri suoi racconti, tra cui La carta da parati gialla (1892), che, grazie alla sua straordinaria densità e qualità letteraria, è stato considerato un piccolo capolavoro della letteratura femminista.

Scritto in forma di diario, il racconto ci conduce nell’abisso della solitudine e dell’emarginazione di una donna che solo attraverso la scrittura – che per Gilman è uno strumento politico e mai fine a se stessa – troverà una forma di riscatto e di liberazione. Quella che si raggiunge mettendo sulla carta il rimosso della nostra cultura.

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 14 marzo 2022 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , .
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: