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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Il mandante

Ricevo (dall’ufficio stampa) e pubblico

Genova, 1950. La guerra è finita da pochi anni e Genova ne mostra ancora le ferite. In questa città, che con fatica e coraggio sta cercando di ritrovare la sua normalità, torna, in qualità di commissario capo, Damiano Flexi Gerardi, soprannominato il Becchino per via del suo abbigliamento cupo ed elegante e per il suo carattere schivo.

Durante il regime fascista e per tutto il periodo del conflitto ha esercitato il suo ufficio in Sardegna, confinato a Oristano per aver urtato i poteri forti con la sua ostinazione durante un’indagine.

Al commissariato di Prè, dove è stato destinato, lo aspetta il vicecommissario Alfiero Bonvicini, con cui c’è una ruggine di vecchia data, e un giovane ispettore, Silvio Marceddu, con cui invece simpatizza subito.

Viene subito chiamato in causa per il delitto di un modesto sarto di abiti ecclesiastici. Nessun testimone, nessun indizio e, apparentemente, nessun movente aiutano il commissario nelle indagini, che si rivelano subito molto difficili.

Un secondo delitto, vittima la tenutaria di una casa chiusa, Margherita Papi, detta Margò, seguito dalla scomparsa altre due persone, complicano ulteriormente le indagini. Ma le difficoltà non finiranno qui; altre complicazioni e nuovi personaggi lo aspettano.

Il commissario, oppresso dalla rupofobia e dalla afefobia, tormentato da un amore impossibile, ostacolato dal questore, arriverà alla fine a scoprire un’amara verità.

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Questa voce è stata pubblicata il 14 settembre 2022 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , .
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