Un articolo di Roberto La Pira
Secondo quanto riportato su Il sole 24 ore di lunedì 16 novembre gli yogurt probiotici rientrano tra i cinque prodotti che hanno registrato il maggiore incremento di vendite negli ultimi mesi + 9,3% (fonte Nielsen).
Come mai nonostante la crisi economica uno yogurt che costa mediamente il doppio degli altri guadagna quote di mercato vistose? Il prezzo è elevato, ma i costi di produzione industriale dei probiotici sono simili a quelli degli altri yogurt. La vera differenza sono le martellanti campagne pubblicitarie che vantano esagerati benefici per l’organismo.
L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma (Efsa) ha recentemente bocciato praticamente tutte le 180 richieste di slogan e diciture salutistiche riferite ai probiotici.
Si tratta di frasi che vantano benefici dovuti alla diminuzione dei batteri patogeni intestinali e al miglioramento del transito intestinale, oppure che vantano generici benefici per l’organismo. Sono le stesse frasi presenti negli spot e sulle etichette. Ma se questi benefici non sono stati riconosciuti quali sono le effettive differenze tra yogurt probiotici e gli altri? Forse la vera differenza importante è il prezzo!
P.S. L’Efsa ha riconosciuto come validi gli slogan e i claim riferiti alla riduzione del colesterolo di alcuni yogurt (come Danacol e Pro Activ) , anche se l’Autorità antitrust italiana ha censurato la pubblicità di questi vasetti, perchè enfatizzava in modo eccessivo l’effetto benefico (nei messaggi si lascia intendere che è sufficiente assumere lo yogurt per ridurre del 10% il livello di colesterolo e che lo yogurt è un prodotto approvato direttamente o indirettamente dalla classe medica avvalorandone le proprietà terapeutiche).