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Davvero è extravergine? L’olio italiano fa discutere gli Usa

Olio extravergine di nome ma non di fatto. La ricerca dell’Olive center dell’Università di California di Davis, pubblicata oggi sul Salvagente, ha sottoposto ad analisi chimica e sensoriale, attraverso due panel di assaggio, uno statunitense e uno australiano, 19 campioni di olio (10 californiani e 9 importati, in gran parte italiani) etichettati come extravergini e venduti sugli scaffali dei supermercati.

Il risultato, pubblicato un mese fa, è stato sorprendente: il 69% degli extravergine importati non ha superato la prova organolettica, obbligatoria per legge prima di immettere il prodotto sul mercato, ed è stato declassato a semplice olio vergine. Un extravergine, ricordiamo, per essere tale non può avere alcun difetto sensoriale.

Tra i bocciati, nomi eccellenti del made in Italy, come Carapelli, Bertolli, Colavita e Filippo Berio. Ma anche lo “spagnolo” Star non ha convinto gli assaggiatori del panel test. Tra gli oli californiani invece solo il 10% è stato degradato al rango più basso di vergine. Tutti i marchi declassati, con le relative tabelle e gli approfondimenti, li trovate in edicola da oggi sul Salvagente.

Nonostante in Italia nessun giornale abbia riportato la notizia, negli Usa i risultati dello studio californiano hanno suscitato molte polemiche…

Continua la lettura qui > Davvero è extravergine? L’olio italiano fa discutere gli Usa – IL SALVAGENTE – quotidiano on-line dei consumatori.

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Questa voce è stata pubblicata il 28 agosto 2010 da in Consumatori & Utenti con tag , , , .