Copio, in sintesi, quanto comunica la banca circa le modifiche introdotte dal decreto legislativo n. 11 del 27.1.2010, che ha attuato in Italia la Direttiva europea sui Servizi di Pagamento (PSD), il 5 luglio 2010 entrano in vigore le nuove disposizioni inerenti i servizi di incasso tramite R.I.D., Ri.Ba., M.Av. e Bollettino Bancario.
In materia di servizi di incasso, l’introduzione della normativa PSD cambiano radicalmente regole, processi e consuetudini che sono operativi da molto tempo.
Tra le principali novità, si segnala per quanto riguarda le Ri.Ba., che il pagamento sarà possibile entro il giorno di scadenza e non più anche nei due giorni successivi, e che l’accredito sul conto corrente avverrà il giorno lavorativo successivo alla data di scadenza convenuta.
Ora, è chiaro a chiunque legga il testo, che la modifica riguarda il tempo effettivo di pagamento delle Riba in scadenza; se prima scadevano al 30 del mese, si avevano 2 giorni di tempo in più per effettuare il pagamento, ora le scadenze del 30 devono essere pagate al 30.
Semplice. Complica le cose?
Praticamente no, perchè la maggior parte delle aziende provvede al pagamento tramite l’Home banking, per cui dalla scrivania; altri vanno ancora in banca a portare materialmente l’avviso di pagamento per farlo poi addebitare in conto.
Ma fare queste operazioni entro il 30 oppure entro il 2 del mese successivo, è la stessa cosa.
La fregatura, per così dire, riguarda quelli che ricevono i pagamenti a rimessa diretta, ovvero con data assolutamente incerta e mai puntuale, per cui devono pagare i loro fornitori al 30 per poi ricevere a loro volta i pagamenti al 5, 10, 15 del mese successivo.
Però vien da dire che ognuno deve grattarsi le sue rogne ovvero molti accettano condizioni di pagamento penalizzanti, contando poi sul fatto di spostare a loro volta il pagamento dell’ignaro fornitore, in un modo o nell’altro.
Ed attenzione, per quanto riguarda i pagamenti lunghi imposti, la crisi attuale ha un suo peso, ma fino ad un certo punto.
Sicuramente vero che ci sono clienti che hanno usato il momento no per chiedere (di fatto imporre) pagamenti più lunghi, ma vero anche che giusto con qualcuno abbiamo ceduto sui 90 giorni anzichè 60, come da nostro standard.
So di molti che cercano di imporre pagamenti a 120-150-180 giorni, con la trappola del fine mese (ovvero ritiro al giorno 1 del mese, per far scattare il pagamento 30 giorni dopo, per cui un pagamento a 120 giorni diventa di 150…) e ovviamente, cercano sempre di evitare la Riba e, di conseguenza, non avere un giorno fisso per il pagamento, che sia al 30 oppure nei due giorni successiuvi, non ha importanza.
Se permettiamo alle solite aziende, più o meno grandi, di imporci pagamenti capestro, (peraltro in netto contrasto con la cosiddetta legge sui pagamenti) mettendoci in sofferenza economica, non si riuscirà mai a lavorare con condizioni eque per tutti.
La Direttiva dei pagamenti cerca per l’appunto di mettere tutti sullo stesso piano, ma ovviamente fatta la legge e trovato l’inganno o, perlomeno, si cerca di forzare la mano.
Qui sotto potete leggere cosa scrive un cliente.
E’ evidente che la Direttiva impone il giorno fisso del pagamento.
Ma perchè una norma più rigida dovrebbe causare dei ritardi nel pagamento?
Se sposti il pagamento, di fatto sposti il giorno, ma sempre in quel giorno dovrai pagare.
Ma meglio qualche giorno dopo… pazienza se tu risentirai economicamente di questo spostamento, l’importante è che loro abbiano il conto corrente sempre in attivo, a differenza tua…
Se questo vi sembra un modo serio di lavorare…
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