Se ne parla tanto, ma in Italia i piatti a base di soia sono pressoché sconosciuti. I piccoli granelli non fanno parte degli alimenti tradizionali e non rientrano nella cultura gastronomica.
L’unico prodotto ben noto al grande pubblico è l’olio, introdotto in occidente negli anni 50 per via del costo estremamente basso, e utilizzato abitualmente nelle cucine dei ristoranti e delle collettività. La farina ottenuta dopo l’estrazione dell’olio è un prodotto molto ricco di proteine vegetali, utilizzata per migliorare le qualità nutrizionali dei prodotti da forno.
I concentrati di proteine sono anche aggiunti agli alimenti a base di carne (hamburger, ripieni di tortellini e ravioli), o come sostitutivi della carne nei cibi per vegetariani. Si trova anche ni prodotti per celiaci al posto delle proteine del grano (glutine). Non possiamo dimenticare la salsa presente in tutti i ristoranti cinesi, le barrette sostitutive del pasto e il latte per bambini allergici.
L’aspetto sconociuto ai più è che piccole quantità di soia sono presenti in centinaia di prodotti confezionati. L’indicazione non è sempre chiara perché viene compresa sotto la voce: proteine vegetali, olio vegetale oppure lecitina, salvo poi scrivere a fianco “contiene soia” come avvertimento per le persone allergiche.
E’ infatti presente nel 90% dei biscotti e nei prodotti di pasticceria, perché aumenta la friabilità e si trova anche tra gli ingredienti di alcuni gelati artigianali e industriali per infondere volume e migliorare l’aspetto soffice. Coagulando il latte si ottiene infine il “tofu”, considerato un alimento alternativo a: formaggi, carne e uova, essendo ricco di proteine e povero di grassi.
«Il vero ingrediente nascosto….
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