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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Canale Mussolini

di Antonio Pennacchi

Ediz. Mondadori – Pag.  460 – € 20,00

Trama: Canale Mussolini è l’asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine. I suoi argini sono scanditi da eucalypti immensi che assorbono l’acqua e prosciugano i campi, alle sue cascatelle i ragazzini fanno il bagno e aironi bianchissimi trovano rifugio. Su questa terra nuova di zecca, bonificata dai progetti ambiziosi del Duce e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone arrivate dal Nord.

Tra queste migliaia di coloni ci sono i Peruzzi. A farli scendere dalle pianure padane sono il carisma e il coraggio di zio Pericle. Con lui scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore. E poi la nonna, dolce ma inflessibile nello stabilire le regole di casa cui i figli obbediscono senza fiatare. Il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, il cocco di mamma. Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratelli legati da un affetto profondo fatto di poche parole e gesti assoluti, promesse dette a voce strozzata sui campi di lavoro o nelle trincee sanguinanti della guerra. E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte perfide e velenose come serpenti.

E poi c’è lei, l’Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in sposa al più valoroso. La più generosa, capace di amare senza riserve e senza paura anche il più tragico degli amori. E Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l’eroe di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi e li travolgerà.

Letto da: Francesco

Opinione: Un romanzo sicuramente interessante e avvincente. Interessante per gli aspetti storici: tenuto presente, infatti, che l’autore ripercorre la storia d’Italia in generale dalla fine dell’Ottocento alla fine della Seconda Guerra Mondiale e di due travagliati territori nel particolare (Rovigotto e Ferrarese da un lato, Pianura Pontina e Monti Ausoni dall’altro), facendoci ripassare eventi e vicende decisive per il Novecento; ma, anche, in maniera più particolareggiata di certe fasce sociali, culturali, geografiche.

E qui, in questo particolare, troviamo gli altrettanto interessanti aspetti sociali, sociologici e di costume. Al di là, infatti, della Storia con la S maiuscola, qui risaltano manzonianamente le storie minute, i caratteri e i comportamenti delle persone al cospetto con l’umano destino e le scelte
economico-politiche di un Paese ancor giovane e disorientato.

Ecco, allora, che il romanzo si fa avvincente: seguendo i personaggi, l’evolversi di una saga familiare, le piccolezze umane, la semplicità nell’affrontare quasi con disincanto le sventure.

E, poi: la superficialità di chi, da un lato, accetta il destino con remissione, come se la Storia con la maiuscola non sia cosa propria e, dall’altro, contemporaneamente finisce per fare quella Storia. A cominciare dalla costruzione del proprio futuro e del futuro di intere generazioni nel presente e a venire contribuendo a quella straordinaria avventura che è stata la Bonifica delle Paludi Pontine.

Avventura che ha trasformato un territorio sterile e inospitale nel fertile e ridente Agro Pontino di oggi. Perciò questo romanzo, pur nel suo corposo essere lungo, si legge facilmente e con la curiosità di chi partecipa a vicende delle quali vuol seguirne l’evolversi.

Quel che non ho gradito, in tutta sincerità, è però lo stile eccessivamente confidenziale della scrittura di Pennacchi. Vada, anche, per l’uso dilagante del dialetto: espediente che avvicina a comprendere caratteri, personaggi, costumi, situazioni sociali. Ma, a mia impressione, qui Pennacchi gioca, un pò forzatamente, a fare il Camilleri, gigionando con eccessiva scioltezza,
arrivando a esagerare con il rivolgersi direttamente al lettore in maniera un pò fastidiosa.

Un libro, comunque, che consiglio. Utile per capire un pezzo di Storia d’Italia, una zona importante d’Italia e il suo popolo migrante e non sempre artefice del proprio destino, ma sempre in grado di riprendersi il coltello della propria vita dalla parte del manico. Al tempo stesso: piacevole sebbene con qualche riserva.

2 commenti su “Un libro: Canale Mussolini

  1. Francesco
    10 novembre 2010

    Grazie, Bosch!

    Devo aggiungere che un ulteriore aspetto interessante, cui rendere merito ad Antonio Penncchi, è la molto chiara, dettagliata, descrittivamente precisa (supportata, anche, da due belli e chiari, sebbene semplici, disegni che rappresentano il territorio della Piana Pontina da Roma a Terracina con i Monti Lepini e Ausoni sullo sfondo prima e dopo la Bonifica con le città storiche e quelle nuove edificate nel fascismo) descrizione del territorio.

    Descrizione, ovvero, che fa capire bene come erano, geograficamente, naturalisticamente, geologicamente, le Paludi Pontine e spiega, altrettanto precisamente, come si è tecnicamente operato e con quali azioni, stratagemmi, interventi, mezzi, risorse umane per bonificare e rendere fertile il territorio che ora è l’Agro Pontino.

    Insomma: spiegazioni tecniche, ma offerte in modo divulgativo, tali da essere capite anche da persone totalmente digiune a livello tecnico come me.

  2. Bosch
    10 novembre 2010

    Bella recensione; ero incerto se prenderlo o no.

    Penso di si 🙂

I commenti sono chiusi.

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Questa voce è stata pubblicata il 10 novembre 2010 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , , , .
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