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I rischi di contaminazione (da inchiostro) sugli alimenti in imballaggi di cartone riciclato

in sintesi un articolo di Agnese Codignola che leggo su Il Fatto Alimentare

Chi crede che la pasta nelle scatole di cartone sia più “sicura” rispetto a quella nelle confezioni trasparenti si sbaglia. A dirlo è il nuovo studio pubblicato su Packaging Technology and Science da Koni Grob, chimico dell’Official Food Control del Cantone di Zurigo.

Il cartone che si usa per confezionare alimenti, infatti, di solito è riciclato e per questo può contenere oli minerali, derivati dagli inchiostri dei giornali e dei periodici stampati, che possono depositarsi sui cibi contenuti nelle scatole: pasta, riso, cereali, crackers, noodles, biscotti e via dicendo.

È vero che spesso questi oli si trovano nelle scatole di cartone ondulato, quelle che formano il “l’imballaggio secondario”, quindi non a contatto diretto con il cibo, ma questo non sembra essere una grande differenza.

Koni Grob, che da anni studia la migrazione degli oli minerali dal cartone riciclato al cibo,  ha analizzato circa 120 prodotti presenti sul mercato tedesco e ha trovato che solo 30 non avevano assorbito inchiostri. Tutti  gli altri ne avevano in quantità superiori ai limiti (pari a 0,6 milligrammi/chilo) con una media dieci volte superiore, con alcuni imballaggi che  arrivavano a cento volte.

Il dato, tra l’altro, appare ancora più preoccupante se si pensa che i test sono stati fatti quando la merce era sugli scaffali dei negozi da sei settimane ma, nella stragrande maggioranza dei casi, aveva date di scadenza fino a due anni ed era quindi presumibilmente destinata ad assorbire ancora più inchiostro nelle settimane a venire.

Gli oli minerali sono sostanze simili al petrolio, possono causare infiammazioni e, se assorbiti in quantità, elevate possono favorire la formazione di forme tumorali, anche se le stesse autorità svizzere hanno ricordato che seguendo una dieta bilanciata i rischi calano fino quasi a scomparire.

Tuttavia le autorità sanitarie non sono così tranquille, se è vero che la Food Standards Agency britannica ha annunciato l’avvio di uno studio sull’argomento.

E anche le aziende forse non si sentono così sicure: Kellogg’s e Wetabix hanno già intrapreso non meglio specificati passi nella direzione della riduzione dell’impiego di cartoni riciclati, mentre alcune aziende biologiche come la Jordans hanno smesso di utilizzarli.

Lettura integrale dell’articolo QUI