in sintesi un articolo di Dario Dongo che leggo su Il Fatto Alimentare
I rappresentanti delle politiche agricole dell’Unione Europea e degli Stati Uniti d’America hanno siglato un intesa sul biologico.
L’ accordo di partenariato è volto a promuovere il commercio delle derrate agroalimentari realizzate con metodo biologico, mediante il mutuo riconoscimento dei rispettivi standard. Un’intesa che vale almeno 38 miliardi di euro, pari al valore degli scambi di derrate bio tra i due grandi mercati.
Il 15 febbraio, al ‘Bio Fach World Organic Fair’ di Norimberga, il Commissario europeo Dacian Ciolos e il Vice-Segretario USA all’Agricoltura Kathleen Merrigan hanno concordato l’equivalenza dei requisiti di produzione e certificazione del biologico vigenti in UE e negli Stati Uniti. L’amministrazione Obama mette così a segno un altro importante risultato nella ‘food politics’ USA, dopo il ‘Food Safety Modernization Act‘.
Con interessanti prospettive anche per l’agroindustria europea, che finalmente avrà la possibilità di valorizzare oltreoceano le proprie produzioni bio/’organic’ senza dover affrontare gravosi oneri di burocrazia. Prima dell’accordo – che sarà applicato dal primo giugno 2011 – i prodotti biologici delle due sponde dell’Atlantico dovevano conformarsi a due standard differenziati.
L’Unione Europea ha già realizzato simili accordi con altri Paesi extra-UE tra cui Argentina, Australia e Nuova Zelanda, Costa Rica, India, e Svizzera. Ma l’intesa del 15 febbraio ha un valore economico non paragonabile alle precedenti, poiché gli Stati Uniti sono il primo partner commerciale europeo (con il 14,4% degli scambi) cui segue la Cina (13,8%, secondo i dati raccolti dalla Commissione europea nel 2010).