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Panorama e l’imprecisione sulla celiachia

un articolo di Dario Dongo che leggo su Il Fatto Alimentare

Sul settimanale Panorama del 22 febbraio 2012 è uscita un’allarmante notizia che ha fatto arrabbiare l’Associazione Italiana per la Celiachia (Aic).

Il titolo dell’articolo “Lo sfilatino? Famolo strano (e senza glutine): guida alle farine doc” è seguito dalla citazione di alcuni cereali, tra cui orzo, farro, kamut e avena. Si tratta di un’informazione sbagliata e pericolosa per i malati di celiachia  l’1% della popolazione italiana) i  quali soffrono di un’intolleranza cronica al glutine e devono tassativamente evitare di consumarne anche quantità infinitesimali.

L’Associazione Italiana per la Celiachia ha subito preso contatto con la redazione di Panorama per una doverosa smentita del grossolano errore. Deve essere chiaro a tutti i celiaci, ai loro familiari (specialmente se il malato è un bambino) e a tutti coloro che forniscano loro indicazioni dietetiche, che orzo, farro e kamut contengono glutine e il loro consumo è quindi da evitare.

È vero che recenti studi dimostrano che l’avena non contiene glutine. Ma, a fronte degli elevati rischi di “cross contamination” con cereali che lo contengono nella filiera di approvvigionamento e logistica fino a quella produttiva, l’Aic sconsiglia il consumo di alimenti con avena e raccomanda la scelta di quelli garantiti “senza glutine”, gli unici dove non ci sono  tracce o residui della sostanze pericolose per gli intolleranti.

Un diverso capitolo non ancora del tutto chiarito riguarda l’ipotesi che esista anche una “sensibilità al glutine” in persone non celiache (avanzata da Alessio Fasano e da altri scienziati dell’University of Maryland School of Medicine’s Center for Celiac Reserch – lo stesso centro che nel 2000 ha sviluppato il test per identificare la celiachia – in una ricerca pubblicata il 14 marzo 2011 su BMC Medicine).

Due ricercatori dell’università di Pavia, Roberto Corazza e Antonio di Sabatino, in un articolo pubblicato sugli Annals of internal medicine [Ann. Intern. Med. 2012 Feb 21;156(4):309-11], affermano che le tesi in proposito – dibattute in molti gruppi di discussione in Internete «non hanno alcun sostegno scientifico».

I ricercatori invitano perciò a evitare che una preoccupazione sui possibili effetti del glutine evolva nella convinzione – ovviamente errata – che il glutine è un alimento tossico per la maggior parte della popolazione.

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