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Arsenico nel riso: livelli troppo alti nei prodotti Usa, ma…

in sintesi un articolo di Agnese Codignola che leggo su Il Fatto Alimentare

La battaglia di Consumer Reports, l’associazione americana di consumatori, contro l’arsenico nei cibi, è giunta a una nuova puntata. Dopo il processo al succo di mele di qualche mese fa, è ora la volta del riso, uno degli alimenti più diffusi al mondo, e anche uno di quelli dove è più facile l’accumulo del metallo, soprattutto a causa delle condizioni di coltura in acqua.

Per valutare la situazione la rivista ha analizzato oltre 220 campioni di alimenti tra i quali cereali da colazione come i Kellog’s Rice Krispies, crackers, bevande come il latte di riso, pasta, alimenti per bambini della linea Gerber e non solo.

Come illustrato nel rapporto, il risultato è stato che la concentrazione di arsenico inorganico, cioè della forma cancerogena, è molto spesso alta, anche se in molti casi al di sotto della soglia di pericolosità. Un’altra amara scoperta, riguarda i prodotti integrali, poiché l’arsenico tende ad accumularsi nei rivestimenti esterni che vengono asportati durante la raffinazione e la lavorazione del riso bianco, ma che invece restano in parte nel riso integrale.

“Nessuno vuole diffondere allarmi ingiustificati” hanno commentato gli autori del rapporto, ma visto che non esiste un limite di legge, abbiamo invitato le autorità sanitarie a riflettere sulla questione, e i consumatori a osservare alcune semplici regole.

Per esempio, sconsigliamo di dare ai bambini più di una porzione giornaliera di cereali che contengano riso e di escludere dalla dieta dei bambini con meno di cinque anni il latte di riso. Per quanto riguarda gli adulti, sconsigliamo di mangiare più di due porzioni di riso a settimana e sostituire altre eventuali porzioni con cerali più sicuri come l’avena, il mais, il grano, che registrano livelli più bassi di arsenico.

La Food and Drug Administration ha fatto sapere che sta raccogliendo dati sui livelli di arsenico in 1.200 prodotti, e che i risultati dovrebbero essere disponibili entro la fine dell’anno.

I dati preliminari sono in linea con quelli mostrati da Consumer Reports e cioè mostrano che i prodotti con riso hanno una media di arsenico inorganico tra 3,5 e 6,7 microgrammi per porzione, un valore alto, se confrontato con i limiti indicati per un litro di acqua.

Ma il problema dell’arsenico nel riso non riguarda solo gli Stati Uniti. L’accumulo dipende dal fatto che le piante vengono lasciate nell’acqua per molte settimane, e durante questo tempo l’arsenico viene assimilato essendo concentrato proprio nelle falde acquifere.

Anche secondo l’EFSA il riso può contenere molto arsenico inorganico, ma i consumi europei non sono tali da destare eccessive preoccupazioni.

Tornando al riso, è importante segnalare una ricerca tutta italiana, condotta dagli agronomi dell’Università di Sassari e appena pubblicata su Enviromental Science & Tecnology.

Nello studio si mostra come sia possibile adottare metodi di coltura alternativi che permettono di abbassare drasticamente la concentrazione di arsenico, riducendo anche i quantitativi di acqua rispetto ai sistemi tradizionali.

In estrema sintesi, il sistema proposto dai sardi propone di sostituire l’immersione delle piante con l’annafiatura. Secondo gli autori, le tecniche tradizionali, richiedono da 13 a 20.000 metri cubi di acqua per ettaro, e comportano il rischio di contaminazione perché il riso è abilissimo nell’assorbire l’arsenico.

Con il nuovo metodo, invece, l’acqua necessaria è dimezzata, la quantità di raccolto identica e i veleni quasi del tutto eliminati. Oltre a ciò, non è più necessario disporre di un terreno pianeggiante.

Provato su 37 varietà di riso, il metodo ha dato esiti molto incoraggianti:  la quantità di arsenico è stata abbattuta del 98%, risultando pari, in media, a meno di 3 microgrammi per chilo, mentre quella del riso coltivato per immersione è risultato pari, in media, a 163 microgrammi per chilo.

Avere un riso privo di veleni potrebbe essere quindi più facile del previsto, anche se il sistema messo a punto in Sardegna necessita di ulteriori approfondimenti e test.

Un commento su “Arsenico nel riso: livelli troppo alti nei prodotti Usa, ma…

  1. Stobè Magazine
    27 settembre 2012
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