leggo su Altroconsumo
L’inchiesta, svolta a livello europeo nell’ambito del Beuc ( l’organizzazione che unisce le associazioni dei consumatori del vecchio continente) rivela come l’origine degli alimenti sia un’informazione sempre più richiesta in etichetta dai consumatori italiani. Che sono anche disposti a pagare di più per averla.
La prima informazione che cerchiamo sulle etichette degli alimenti è la data di scadenza. Ma la seconda non è, come ci si potrebbe aspettare, la marca o il prezzo. A sorpresa, in vetta alle indicazioni di cui si tiene maggiormente conto nella scelta di un alimento è la sua origine geografica.
Guardiamo, insomma, da dove viene la materia prima o dove è stato preparato l’alimento. A svelarci questa attenzione e sensibilità verso la provenienza del cibo che mangiamo è un’inchiesta su un campione di più di 1.200 persone, che abbiamo intervistato nel mese di settembre 2012. Uno studio analogo è stato svolto anche in ambito europeo dal Beuc, l’organizzazione che unisce le associazioni dei consumatori europee.
Secondo quest’inchiesta svolta in Svezia, Francia, Polonia e Austria, presentata a Bruxelles dal Beuc, l’origine dei prodotti è un dato importante per il 70% dei consumatori europei. Sapere da dove arriva un prodotto è posto al quinto posto tra i criteri presi in considerazione nell’acquisto, dietro a fattori quali il gusto, il prezzo e la data di scadenza. La provenienza è ritenuta una discriminante che viene posta prima del marchio.
Un italiano su due vuole mangiare nostrano e questo è il motivo principale per cui cerca l’indicazione sull’origine.
Ma questa informazione è ritenuta importante anche per motivi etici (“mi serve per non acquistare alimenti provenienti da Paesi con questioni aperte dal punto di vista etico”, 52%), perché ritenuta una garanzia di sicurezza dell’alimento (“mi aiuta a scartare cibi che penso possano essere meno sicuri”, 46%), per fare scelte ecologiche (“cerco dove è fatto un prodotto per giudicarne l’impatto ambientale”, 40%), per valutare in generale la sua qualità (“mi aiuta a giudicare la qualità del prodotto”, 37%).
C’è, quindi, nel nostro Paese un’attenzione molto marcata all’origine dei prodotti alimentari, perché pensiamo che questa informazione sia indicativa delle loro caratteristiche e perché siamo generalmente convinti della superiorità del made in Italy nel campo alimentare.
Non per nulla sempre più spesso le aziende sottolineano la provenienza dei loro prodotti, soprattutto se hanno qualche caratteristica di “tipicità” che può essere percepita come un valore aggiunto.
Attenzione, però: non sempre questa informazione viene data in modo chiaro al consumatore e non sono rari i casi di frodi commerciali che coinvolgono proprio l’origine di un prodotto.