in sintesi un articolo di Agnese Codignola che leggo su Il Fatto Alimentare
Forse è arrivato il momento di ripensare completamente al tipo di materie plastiche che entrano in contatto con gli alimenti .
Dopo il bando del bisfenolo A (BPA) in alcuni paesi, molti produttori di contenitori e plastiche alimentari hanno iniziato a usare come plastificante il bisfenolo S (BPS), apponendo sull’eticheta il marchio “BPA free”.
Anche il BPS, però, inizia a mostrare qualche limite. Secondo alcuni studi, potrebbe rivelarsi peggiore del progenitore. Nel frattempo si moltiplicano le ricerche che inchiodano il BPA alle sue responsabilità.
Il BPS negli ultimi anni è entrato nella produzione di plastiche alimentari di tutto il mondo, come ha confermato uno studio che ha ne ha rilevato tracce significative nelle urine degli abitanti di Stati Uniti, Cina, Giappone e altri cinque paesi asiatici. Il BPS è estremamente simile al BPA, e qualcuno ha avanzato sin dall’inizio il dubbio che potesse avere effetti analoghi. Uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives sembra confermare i peggiori sospetti.
Secondo gli autori, si devono comprendere meglio questi effetti e verificare se si determinano anche nell’uomo. Il probema è che le alterazioni riscontrate sono le stesse verificate con il BPA, e per questo motivo la preoccupazione sembra fondata. La soluzione di sostituire il BPA con il BPS potrebbe quindi rivelarsi ancora più dannosa del problema da risolvere.
Ciò nonostante, non si può pensare di tornare indietro: il BPA continua a evidenziare i propri effetti nocivi coem riconfermano due recenti studi che dimostrano in maniera diretta un effetto sulle cellule di testicolo e sul feto.
Sembra dimostrato il legame, già descritto in molti studi epidemiologici, tra alte concentrazioni di BPA e aumento del rischio di malformazioni genitali, come ipospadia e criptorchidismo nei maschi, la cui incidenza è raddoppiata negli ultimi 40 anni in tutti i paesi occidentali e non solo.
Quest’ultimo dato sembra contraddire altri studi che associano il BPA all’obesità, ma secondo gli autori ci potrebbero essere diverse spiegazioni. Il peso dipende dalla dieta, non sempre uguale nelle diverse ricerche.
Il quadro è probabilmente complesso e merita di essere approfondito. Nel frattempo, meglio concentrarsi su plastiche realmente alternative a quelle additivate con bisfenoli e, quando è possibile, farne proprio a meno.