«E veramente nelle città di Italia tutto quello che può essere corrotto e che può corrompere altri si raccozza: i giovani sono oziosi, i vecchi lascivi, e ogni sesso e ogni età è piena di brutti costumi; a che le leggi buone, per essere da le cattive usanze guaste, non rimediano. Di qui nasce quella avarizia che si vede ne’ cittadini, e quello appetito, non di vera gloria, ma di vituperosi onori, dal quale dependono gli odi, le nimicizie, i dispareri, le sette; dalle quali nasce morti, esili, afflizioni de’ buoni, esaltazioni de’ tristi».
Un libro scritto esattamente 500 anni fa eppure ancora estremamente attuale. Il Principe di Niccolò Machiavelli continua a essere uno straordinario trattato di scienza politiche, capace di raccontare e descrivere, allora come adesso, i vizi e le storture del potere.
Maurizio Violi lo analizza e lo rilegge alla luce degli avvenimenti più recenti e alla vigilia delle elezioni politiche che sceglieranno il prossimo governo.
Perché dalla straordinaria lucidità di Machiavelli si può ancora trarre insegnamento e consiglio. Anche 500 anni dopo.
E’ proprio così. Il Principe di Machiavelli è un’opera universale e sempre attuale.