Nutella “copia” Coca-Cola e mette il nome in etichetta

Capisco bene che le vie del marketing siano infinite e che il successo di questa iniziativa (in Spagna sono state esaurite in due ore le etichette settimanali!) premi questa politica commerciale, tuittavia se, come spiegano nell’articolo, avesse ragione  Günther Karl Fuchs, (il blogger di Papille vagabonde), “secondo cui personalizzare un prodotto industriale come Nutella o Coca-Cola potrebbe essere una strategia per conquistare ancora di più la fiducia dei consumatori”, ci sarebbe da pensare una volta di più su quanto siano manovrabili i consumatori.

Se ti basta mettere il tuo nome su un vasetto per dare la tua fiducia ad un prodotto, siamo a posto, ma per quel che mi riguarda  di sicuro non ho un vuoto d’identità a passare davanti agli scaffali del supermercato. 😉

E’ anche vero che la questa mania di Apparire ad ogni costo, con la propria foto online abbinata al barattolo personalizzato, con l’aggiunta della possibilità di essere sorteggiati per un premio come tanti, sarà di stimolo a molti.

in sintesi un articolo di Valeria Nardi che leggo su il Fatto Alimentare

Dopo le bottiglie di Coca-Cola anche Ferrero personalizza i vasetti di Nutella. L’iniziativa è stata attiva per un periodo di circa due mesi in Belgio, Francia e Spagna.

A differenza delle bottiglie di Coca-Cola vendute nei supermercati su cui comparivano numerosi nomi  o soprannomi (Giuseppe, Paola, Vip, Tesoro, Amica, Love, Campione…), l’etichetta personalizzata di Nutella da attaccare sui barattoli va richiesta on line e poi viene spedita a casa.

Il procedimento è semplice, basta accedere alla pagina Facebook e diventare fan, aprire l’applicazione dedicata e seguire le istruzioni, scrivendo virtualmente sull’etichetta il proprio nome al posto di quello della famosa crema di nocciole.

Dopo alcuni giorni arriveranno a casa due etichette, una per il formato da 400 grammi e l’altra per quello da 750. Inoltre chi partecipa e invia una propria foto con il barattolo personalizzato, da pubblicare on line, può partecipare a un sorteggio finale di premi (tostapane, pouff…).

La trovata è accattivante soprattutto per i più giovani che spesso attribuiscono un valore simbolico ad oggetti comuni, come una lattina o un barattolo. Per tutti, invece, leggere il proprio nome su un’etichetta, potrebbe colmare (momentaneamente) il vuoto identitario che ci coglie quando si passa tra gli scaffali pieni di merce di questi nonluoghi.