Prima o poi doveva succedere. I 39 morti di poche ore fa sul bus precipitato dal viadotto dell’A16 a Monteforte Irpino (Avellino) sono il frutto dei tanti rischi che si concentrano su quel tratto di autostrada: c’è una discesa tanto ripida che proprio vicino a quel punto c’è stata a lungo una postazione autovelox fissa, ci sono cantieri, perché subito dopo c’è il viadotto Acqualonga, critico per struttura, pendenza (per chi scende verso Napoli – come il bus precipitato) e raggio di curvatura.
Di domenica c’è traffico e negli altri giorni d’estate ci sono tanti camion malridotti (a volte guidati da autisti improvvisati) che trasportano pomodori dal Foggiano ai conservifici dell’Agro Nocerino-Sarnese. Inizialmente si è detto che il bus è precipitato proprio per evitare un camion molto più lento e una dinamica del genere sarebbe plausibile.
Poco dopo, invece, il comandante regionale della Polizia stradale ha detto (pur con tutta la cautela da usare in questi casi, perché la verità la sapremo – se mai la sapremo – dopo aver visto le perizie nel processo che ci sarà, cioè tra mesi o anni) di ritenere probabile un guasto ai freni del bus. E anche questo sarebbe plausibile: le revisioni dei mezzi pesanti, in Italia, hanno troppi buchi, nonostante da anni si facciano anche a sorpresa su strada (non ci sono soldi).
Bisognerà poi vedere se dall’autopsia sull’autista del bus emergeranno segni di malore, alcol o droga.
Non sembra invece determinante l’altro grande problema dei bus: il fatto che nessun passeggero allaccia le cinture e si preoccupa di sistemare bene il “bagaglio a mano”: quando si precipita per decine di metri come accaduto in questa tragedia, è sempre difficile salvarsi.
Infine, si spera che l’indagine approfondisca anche perché il guard-rail del viadotto urtato dal bus ha ceduto. proprio perché siamo su un viadotto, bisognerebbe usare barriere del livello massimo (si chiamano H4 bordo ponte) e montarle bene.
A volte capita invece Articolo correlato: Autobus – i limiti delle revisioniche, anche dove ci sono, siano poggiati su cordoli ammalorati. Magari sull’autostrada che lambisce Monteforte tutto era stato messo a norma (la struttura è nata quarant’anni fa ed è stata adeguata nel tempo, si spera nel migliore dei modi), ma è bene indagare. E seriamente.
E invece in queste ore concitate di cronaca si sente parlare di fatalità e di mali del Sud. Qui in realtà la coincidenza di tante sfortune ha messo a nudo un sistema nazionale che non regge. Quali che siano le cause che poi verranno accertate.
Clicca QUI per leggere l’articolo successivo di Maurizio Caprino: “Il bus perdeva pezzi”. Sulle prime pagine dei giornali di oggi è questo il titolo che ricorre di più e vorrebbe indicare “la” causa che ha portato il bus turistico a precipitare dal viadotto autostradale di Monteforte Irpino, facendo 39 morti. Poi si leggono cose tipo “folle corsa”, “a tutta velocità”. Infine ci sono alcuni titoli “intellettuali” e altri “meridionalisti”: sottolineano lo stato delle infrastrutture, soprattutto al Sud. Tutte cose verosimili, presentate col solito linguaggio giornalistico-qualunquistico. Ma in realtà sono fuorvianti (… segue ….)
Articolo correlato: Autobus – i limiti delle revisioni
In effetti credo che lo scarso livello del guard-rail del viadotto sia forse la causa più grave di questa tragedia.
Visto che, a sentire le ricostruzioni dell’incidente il povero autista, che è vero non era un professionista, ma un semplice salumaio con patente per mezzi pesanti che faceva “anche questo”, più che altro per questioni di volontariato parrocchiale, evidentemente ha provato a utilizzare le barriere protettive per frenare l’autobus e, soprattutto, evitare di coinvolgere il più possibile gli altri utenti della strada, visto che da qualche centinaio di metri si doveva essere reso conto dell’ingovernabilità del mezzo e probabilmente aveva persino aperto la porta per creare una via di fuga una volta verificatosi l’impatto…
Penso che per lui e per gli occupanti del pullman saranno stati attimi terribili perché consapevoli di quel che accadeva.
Andrebbe capito anche come e perché quel vecchio autobus abbia passato la revisione.
Sul fatto che pur di fare e far fare a persone magari non particolarmente benestanti una gita ci si rivolga a noleggiatori di carrette malmesse andrebbe detto molto, ma io ritengo con gravi colpe di chi mette sul mercato questi pullman, non di chi in buona fede ne usufruisce noleggiandoli…
Come sempre: troppo poco controllo…