I ciclisti senza luci (e senza giubbetto ad alta visibilità, peraltro obbligatorio).
I lettori abituali mi manderanno mentalmente affancucciolo, 😀 visto che ritorno spesso sull’argomento, nell’utopica convinzione che “la goccia, scavi la roccia”, ed infatti mi sono reso conto dopo che il titolo di questo post è simile a quello di fine agosto 2012.
In ogni caso, se vuoi approfondire l’argomento, leggi questo post e link correlati.
Tieni anche presente le parole di Eugenio Galli di Ciclobby: Un punto importante, ma troppo spesso sottovalutato da molti ciclisti, e non solo dai neofiti del mezzo, è questo: la visibilità, per il ciclista, è sinonimo di sicurezza. Nel senso che non può esserci sicurezza sulle strade se non c’è visibilità.
Per il ciclista, rendersi visibile sulle strade non significa solo adempiere a un obbligo prescritto dalle norme del Codice della strada: è molto di più. Significa compiere il primo passo per esercitare consapevolmente il proprio diritto a rivendicare uno spazio sicuro sulle strade, partecipare consapevolmente alla propria e altrui sicurezza
In Europa, in Germania come in Olanda, chiunque può osservare come i ciclisti e le bici nelle ore serali siano perfettamente illuminati. Lì è regola ciò che qui è per molti ancora un’eccezione. Rendersi visibili è un comportamento che in Italia (e a Milano) ci si può permettere di disattendere con sufficienza, nel totale disinteresse delle istituzioni preposte. E’ un errore che va corretto.
Galli precisa l’obbligo di luci/gilet, ma tira in ballo anche il disinteresse delle istituzioni. E’ vero che non si vede mai un vigile multare un ciclista perchè è senza luci, ma è anche vero che basterebbe il buonsenso del singolo, abbinato al rispetto delle norme, per sistemare la faccenda.
Per cui, delle due l’una: i ciclisti di Germania ed Olanda sono semplicemente rispettosi delle norme oppure sono dotati di buonsenso che invece qui da noi latita?
Quello che non riesco a capire, infatti, è la logica che porta uno a salire in bicicletta e pedalare nel buio senza accendere le luci, mettendo a gioco la sua vita, dato che anche l’automobilista più attento nulla può se non vede il ciclista.
Perchè accanirsi contro la propria sicurezza?
Se non vuoi spendere, ciclista, dammi retta, almeno i 4 catarifrangenti sui raggi ed il giubbetto ad alta visibilità. Ti assicuro che così riesco a vederti.
Quanto spenderai? 20 €? La tua vita non vale 20 €? E quella degli altri?
Perchè se giri invisibile nel buio e vieni investito, cavoli tuoi verrebbe da dire, se non fosse che rovinerai la vita anche all’incolpevole automobilista che ti mette sotto.
Se invece hai montato anche la luce bianca sul manubrio e quella rossa dietro la sella, ricordati di cambiare le batterie, perchè le luci fioche stile lumino cimiteriale non servono a nulla.
Resta il fatto che il ciclista più visibile del mondo nulla possa se incontra l’automobilista imbecille (e ce ne sono in quantità) come è successo tempo fa al Pupo Alpinista che stava facendo il su solito percorso per restare in forma.
Caschetto, catarifragenti, luci anteriori e posteriori, gilet rifrangente e braccio teso per segnalare la direzione non hanno certo impedito ad un automobilista il tentativo di stenderlo all’interno di una rotonda.
Vero che spesso le rotonde sono una trappola per i ciclisti, vero che molti automobilisti non capiscono le regole base per percorrerle, ma resta il fatto che non è possibile rischiare l’investimento ad ogni metro percorso
Aggiornamento del 20 marzo 2015
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