un articolo di Roberto La Pira che leggo su Il Fatto Alimentare
“Rieti: una persona morta e tre intossicati per avere mangiato ricotta e formaggi”.
Così titolano diversi quotidiani on line e la stessa notizia viene rilanciata da giornali e radio locali.
Il titolo e il tono degli articoli non lasciano spazio a dubbi, a Rieti è stata venduta una partita di ricotta o di altro formaggio contaminati dal batterio Listeria che ha già provocato una vittima. Altre persone sono ricoverate in ospedale per medesimi motivi.
Alcuni giornali si spingono oltre e puntano il dito verso la Centrale del Latte di Rieti. La vicenda decolla e il batterio killer diventa la notizia di prima pagina dei quotidiani locali.
In realtà – come hanno confermato fonti accreditate a Il Fatto Alimentare – si tratta di una grossa bufala.
Non c’è correlazione tra il decesso della persona di 74 anni e il formaggio o la ricotta, e anche il ricovero delle altre persone, evidenziato dai giornali, non c’entra niente.
Sono state eseguite analisi e accertamenti presso la Centrale del Latte di Rieti senza trovare riscontri, e anche la denuncia dei familiari dovrebbe essere ritirata nelle prossime ore.
Ormai però il danno d’immagine a livello mediatico è stato fatto.
La causa va ricercata nel modo superficiale con cui si riportano certe notizie e nell’assenza di informazioni tempestive e precise da parte degli organi ufficiali, cui spetta il dovere di gestire le crisi alimentari fornendo notizie corrette in tempi brevi.