Su The dark side of the moon, l’album più iconico dei Pink Floyd, si sono consumati fiumi di inchiostro. In particolar modo nel 40esimo anno dalla sua nascita. Ma il libro di Marco Bracci, The dark side of the moon. Viaggio nell’identità dei Pink Floyd, è diverso.
Parte da un album per raccontare la storia di una band leggendaria. E non è una semplice biogafria artistica. È un’opera ragionata e inserita nel preciso contesto storico in cui è nato il disco con il prisma in copertina, e in cui ha operato il gruppo.
E dal clima di protesta che ha guidato la produzione artistica dei Pink Floyd, Bracci parte per spiegare la loro evoluzione, la loro ascesa e la loro caduta.
Perché The dark side of the moon fu quasi la fine della carriera della band. Roger Waters optò per una carriera individuale, e 10 anni dopo portò in studio The final cut per chiudere la storia dei Pink Floyd.
La band però ha resistito ed è tornata nel 1994 con The division bell. E anche di questo racconta il libro di Bracci.