A conferma che la mia convinzione è giusta: il consumatore informato (e quindi determinato) FA la differenza ecco la notizia che una petizione online promossa da una diciassettenne del Mississippi, ha costretto di fatto due colossi del settore a cambiare (in meglio).
Ironico poi notare, come mi ha confermato Valeria Nardi (de il fatto Alimentare) che la Coca Cola Zero venduta in Italia sia diversa rispetto a quella degli USA ovvero contiene il ciclammato (vietato negli USa).
un articolo di Beniamino Bonardi che leggo su Il Fatto Alimentare
Coca-Cola ha annunciato che nei prossimi mesi eliminerà dalle sue bibite di tutto il mondo l’olio vegetale bromurato. L’additivo è utilizzato come stabilizzatore nelle bibite aromatizzate ed è già vietato in Europa e in Giappone.
La decisione nasce dalla pressione organizzata da una diciassettenne del Mississippi, Sarah Kavanagh.
Alla fine del 2012 questa ragazza aveva lanciato una petizione su Change.org, con cui chiedeva a PepsiCo di eliminare questa sostanza dal suo sport drink Gatorade, sottolineando i divieti in vigore da tempo in Europa e Giappone.
L’olio vegetale bromurato è registrato come un ritardante di fiamma e la somministrazione di questa sostanza ad alte dosi nei topi ha evidenziato la comparsa di problemi comportamentali.
La petizione aveva raccolto oltre duecentomila adesioni e nel gennaio 2013 PepsiCo aveva annunciato l’eliminazione dell’olio vegetale bromurato dal Gatorade.
A questo punto, la ragazza aveva promosso un’altra petizione, chiedendo anche a Coca-Cola di eliminare la sostanza dal suo sport drink Powerade e raccogliendo quasi sessantamila adesioni.
Come riferisce l’Associated Press, Coca-Cola ha risposto andando oltre quanto fatto dalla concorrente PepsiCo, decidendo di eliminare la sostanza sotto accusa da tutte le sue bibite, in tutto il mondo.
A questo punto, anche PepsiCo si è vista costretta ad annunciare in poche ore che farà altrettanto.
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