C’era una volta il sogno europeo. Quello dei trattati di Roma, Maastricht e Schengen, della libera circolazione di persone e capitali, di un’Unione monetaria e commerciale che sapesse avere un forte significato politico.
La crisi economica ha trasformato quel sogno in incubo, facendo finire l’euro sul banco degli imputati, mettendone in discussione l’utilità e rendendolo oggetto di critiche e accuse.
Ma cosa è l’Unione europea? Un bene a cui tendere o un male da estirpare? Una risorsa da salvaguardare o un progetto fallito da accantonare?
Luigi Zingales spoglia l’argomento dagli ideologismi, esce dall’ottica del fanatismo europeista e da quella dell’antieuropeismo che prende sempre più piede. E prova a riportare l’Ue in una dimensione diversa: non più un fine ma il mezzo attraverso il quale raggiungere pace e prosperità.
Al di là della critica di un’istituzione nata per legittimare il dominio di Francia e Germania sul Sud dell’Europa, Zingales vede l’opportunità di una riforma che renda l’Ue qualcosa di diverso e migliore. Perché la crisi non è colpa dell’euro, e non si può risolvere abbandonando la moneta unica.
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