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Acqualonga – I periti confermano: gravi carenze sul bus e sul guard-rail…

di Maurizio Caprino

Il bus aveva i freni fuori uso, la barriera del viadotto aveva problemi agli ancoraggi. Non roba da poco, ma “forti criticità”, come scrive l’Ansa, che a proposito degli ancoraggi parla di “gravi compromissioni”.

Questo è il succo delle perizie dei tecnici nominati dalla Procura di Avellino sulla strage del viadotto Acqualonga, diventate praticamente pubbliche perché notificate agli indagati e alle parti civili.

Dunque, sono confermate le valutazioni e le notizie che avete potuto leggere su questo blog – e in parte sul Sole 24 Ore – già dai giorni immediatamente successivi all’incidente.

A suo tempo, vi ho anche raccontato che quelle barriere compromesse erano state lasciate lì anche dopo la riqualificazione delle barriere dell’intero tratto Napoli-Avellino, che rientra fra gli investimenti che Autostrade per l’Italia si è impegnata a fare lo scorso decennio per mantenere la concessione (e che concorrono a far scattare i rincari dei pedaggi che paghiamo ogni anno): il gestore non ha ritenuto di intervenire su quelle decine di metri la cui sostituzione sarebbe costata quattro-cinque volte di più rispetto agli stessi metri di un comune tratto di pianura.

Ma, soprattutto, nessun controllore gliene ha mai chiesto conto.

In particolare, dalla notizie appena lanciate sulla perizia è confermato che il bus ha quasi strisciato contro la barriera, più che urtarvi: l’angolo d’impatto ricostruito dai periti e dalla squadra specializzata della Polizia stradale è molto basso, quindi piuttosto sopportabile per una barriera da viadotto (cioè di una delle classi massime di prestazione) che sia in buone condizioni e montata bene.

Un dispositivo di sicurezza del genere dovrebbe trattenere anche mezzi ben più pesanti di un bus, come i tir. Certo, resta l’incognita della velocità, che … continua la lettura QUI

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