La deforestazione influisce pesantemente sul cambiamento climatico, ma in Brasile non importa a nessuno. Almeno per quanto riguarda il governo di Dilma Rousseff, che ha rifiutato di firmare un nuovo piano volto ad arginare questa pratica sconsiderata.
Lo hanno sottoscritto i leader di 27 nazioni, compresi gli Stati Uniti, insieme ad alcune multinazionali. Si chiama New York Declaration on Forests, e definisce obiettivi per tagliare la deforestazione del 50% entro il 2020 per abbandonarla del tutto nel 2030.
Non solo: prevede anche il piantamento di 2,5 milioni di chilometri quadrati di aree boscose in tutto il mondo. Anche l’olio di palma è entrato nell’accordo: 21 grandi compagnie hanno accettato di adoperare solo quello di piante cresciute su aree dove la deforestazione è avvenuta molto tempo fa.
Tra i firmatari anche Indonesia, Filippine e Costa Rica, tutti Paesi con grandi aree coperte dalla foresta pluviale. Unica assenza pesante, proprio quella del Brasile.
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