Sul Blog ci sono numerosi post dedicati all’olio extravergine venduto a prezzi troppo bassi che per forza di cose nascondono una bassa qualità se non, talvolta, una vera e propria frode commerciale.
A questo proposito leggi questo post (che include link ad articoli correlati): L’annata nera dell’olio extravergine, ma non tutti sanno da dove arriva l’olio…
Leggo su Konsumer un’anticipazione del servizio pubblicato sul numero di Test in edicola da oggi, intitolato per l’appunto: Lo scivolone dell’extravergine.
Nello specifico il problema evidenziato deriva dal fatto che:
Ben 9 bottiglie sulle 20 che abbiamo fatto analizzare dal laboratorio chimico di Roma dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sono state declassate dal Comitato di assaggio a semplici “oli di oliva vergine”.
E questo non per antipatia o per prove “soggettive” ma per analisi previste dalla legge.
Un olio per essere extravergine deve infatti rispettare tutti i parametri chimici previsti dalla normativa e superare la prova del panel test, obbligatoria per legge dal 1991, ovvero non riportare alcun difetto organolettico.
La presenza anche di una sola attribuzione negativa rinvenuta dagli assaggiatori esperti e accreditati ne decreta il declassamento, ad esempio dalla categoria “extravergine” a quella inferiore di “vergine”.
Se la gente è convinta di comperare l’extra vergine a quei prezzi è da ricovero