in sintesi una lettera pubblicata su Il Fatto Alimentare – clicca sul link in calce per leggere la risposta di Dario Dongo (avvocato e docente universita Roma Campus Biomedico e Palermo facoltà Agraria)
Quanto osservato in un ipermercato è stato per me sconfortante; trovo che la potenziale diffusione di un atteggiamento simile potrebbe rappresentare una sconfitta del Reg. CE 1169 e un disastro per i consumatori celiaci (e non solo per loro).
Di fatto, tutta la carne preconfezionata, dalla fettina di manzo al 1/2 pollo, dalla coscia di tacchino al pezzo di codone, così come le fette di formaggio, riportano la dicitura: può contenere tracce di glutine, latte, uova…
Ovvero: secondo questo supermercato il celiaco dovrebbe comprare la bistecca o la coscia di pollo in Farmacia?!
Credo che un atteggiamento di questo tipo faccia pensare e dubitare anche delle condizioni igieniche di questo ipermercato, oltre a un concetto non adeguato o non approfondito di gestione del rischio, con riferimento alla definizione seguente:
“Il rischio rappresenta la probabilità che un pericolo possa manifestarsi” (Reg. CE 178/2002, art.3 com.9 “rischio”, funzione della probabilità e della gravità di un effetto nocivo per la salute, conseguente alla presenta di un pericolo).
Non farò più alcuna spesa presso questo ipermercato e cercherò di diffondere il più possibile la mia spiacevole esperienza.
continua la lettura qui: Allergeni: la frase “Può contenere tracce di…” è troppo generica