Light, leggero, senza zucchero, 30% di grassi in meno… Sulle confezioni dei prodotti ormai leggiamo di tutto.
Ma sono soltanto claim pubblicitari per attirare l’attenzione dei consumatori attenti alla linea?
Nel caso di latticini o di alimenti contente il latte tra gli ingredienti, si può utilizzare latte scremato o parzialmente scremato: attraverso un’operazione fisica di centrifuga, la parte grassa viene allontanata.
In altri prodotti, invece, può essere usato meno olio o grasso e una parte di questo può essere sostituita con proteine, fibre, amido o in alcuni casi aggiungendo acqua.
Bisogna ricordare, però, che l’acqua può rendere più instabile il prodotto dal punto di vista microbiologico e che quindi bisogna aggiungere conservanti.
Moltissimi prodotti ipocalorici prevedono la riduzione o l’eliminazione dello zucchero e la sua sostituzione, parziale o completa, con gli edulcoranti.
Gli edulcoranti si dividono in due categorie. Una è quella degli intensivi (aspartame, acesulfame K,…) che non apportano calorie e di cui ne basta una piccola quantità: riducono l’apporto di zucchero, ma non continuano a abituarci al gusto dolce.
La seconda categoria è quella dei polioli (sorbitolo, mannitolo,…) che sono impiegati soprattutto in caramelle e gomme da masticare non solo per dolcificare ma anche per dare consistenza al prodotto.
A differenza degli edulcoranti intensivi, però, contribuiscono al bilancio calorico e un loro consumo eccessivo può avere effetti lassativi.
lettura integrale qui: Cibi light: solo pubblicità o sono davvero leggeri? – Altroconsumo