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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Se un cliente insolvente non capisce di aver perso la fiducia del fornitore…

Questo post è una continuazione del precedente Poco da fare, manca del tutto la serietà nel mondo del lavoro…

Come dicevo sul Gruppo FB ad alcuni Amici:

Lo so, lo so che non dovrei stupirmi della faccia di bronzo di certi, tuttavia ecco che dopo aver pagato la prima rata dei 7980 € dovuti (erano 6500 in origine   ), il cliente mi manda una richiesta come se niente fosse successo.

L’idea di aver perso totalmente la credibilità & la fiducia non lo sfiora neanche per sbaglio?

Aperta parentesi, giusto per farvi inquadrare al meglio il personaggio.

Per quanto riguarda il pagamento del dovuto c’è da dire che hanno accettato di pagare per evitare il deposito del decreto ingiuntivo con conseguente aumento di spese a loro carico, ma dimostrando di avere la faccia come il…, ecco che cosa mi aveva scritto l’Avvocato:

Hanno chiesto uno sconto sulle spese legali poiché pagherebbero “subito” in due comode rate (sic!). Gliel’ho negato. Spero che Lei sia d’accordo.

Ovviamente l’Avvocato è in linea con il mio sentire, per cui ha fatto bene a rispondere picche; successivamente abbiamo accettato il pagamento al 100%, suddiviso in due rate, fermo restando che nel caso non pagassero tutto quanto dovuto,  procederemmo con l’esecuzione dando atto di quanto sarà già stato pagato.

Chiudo la parentesi e torniamo a noi.

Va da sè che rispondere è cortesia ed io resto una persona gentile, nonostante l’arrabbiatura dei mesi precedenti, per cui ho risposto alla richiesta con poche righe:

Buongiorno, considerando che per l’ultima fornitura abbiamo dovuto andare per vie legali per recuperare il dovuto ed ancora siamo in attesa del saldo, possiamo prendere in esame la vostra richiesta solo per un pagamento non trattabile con eventuale acconto all’ordine e saldo ad avviso merce pronta. Se siete d’accordo procedo con l’offerta, sennò declino.

Spiegazione che ovviamente non è stata recepita, visto che insistono e mi dicono che l’assetto societario è cambiato, per cui, in pratica, “scordiamoci del passato e via così…”, ma non funziona così, non per me, per cui ennesima mail che peraltro mi sembra chiarissima: 

Buongiorno, se la vecchia XY non c’è più e si riparte da zero, in pratica sareste un nuovo cliente e dato che per la prima fornitura chiediamo sempre il pagamento ad avviso a merce pronta, resta valido quanto comunicato in precedenza.

In ogni caso è stata XY a distruggere in un sol colpo il rapporto di fiducia che si era creato con un rapporto commerciale ventennale, per cui va da sè … e quando si ha torto la fiducia bisogna ricostruirla passo dopo passo, non con un semplice colpo di spugna sul passato e sui problemi creati.

Visto che dicono di essere stati acquisiti da un altro Gruppo, sono andato a fare un giro sul web e sul sito del nuovo Gruppo loro per ora non ci sono.

Però sono ancora in quello che peraltro fa riferimento alla vecchia proprietà, dove c’è scritto che: “XY persegue le finalità statutarie e la sua missione con trasparenza, integrità morale, onestà e rispetto della verità. “

Se non rispettare gli accordi ovvero i pagamenti ed ignorare ogni sollecito del creditore è comportarsi con integrità morale, ecc., bè allora sono io a non aver capito nulla. Ma non credo.

Poi ecco il passo falso ovvero la telefonata; dico passo falso, perchè ho espresso chiaramente il mio pensiero, per cui insistere non mi pare il caso, ma tant’è; di certo c’è che se scrivi, ci rifletti su e poi clicchi Invio te la puoi anche cavare, ma se al telefono dici la parola sbagliata…

Ed infatti ecco che dopo il primo scambio di battute nel quale mi danno ragione (vedi te), aggiungono che quanto successo non è accaduto per cattiva volontà.

Eh, ma allora cerchi rogna!

Ed infatti la voce si è alterata un pò quando ho fatto notare che un’azienda in buona fede avrebbe avvisato delle difficoltà ed offerto un piano di rientro, invece che dire (al telefono), che non erano autorizzati a fare comunicazioni scritte in merito, trincerandosi poi dietro al silenzio assoluto, evitando di rispondere alle mie Pec ed a quella dell’Avvocato che gli offriva una via d’uscita.

Alla fine, però, mi stupisco per l’insistenza del cliente che ieri mi ha scritto dicendosi intenzionato a fare l’ordine, ma offrendomi il 30% al ritiro ed il resto a 60 gg. f.m. r.b..

Vien da pensare che non sappia dove andare a comprare questi articoli oppure che anche i (miei) concorrenti gli abbiano sbattuto la porta in faccia.

In ogni caso, che me ne faccio del 30% in anticipo se poi alla scadenza non mi paga il 70%? Per cui va da sè…

E visto che anche a spiegare in maniera chiara ed approfondita la questione, capiscono quello che vogliono, me la sono cavata con una riga di mail:

Buongiorno, sono spiacente, ma le condizioni di pagamento restano quelle già comunicate, per le ragioni già spiegate.

D’altro canto anche il mio avvocato ha detto: “visto il soggetto, concordo con Lei con la richiesta di pagamento anticipato o, tutt’al più, al ritiro della merce. A pensar male si fa peccato, ma…”

Strano, ma vero….cedono, anche se , ad onor del vero, non avevano capito una cippa delle condizioni di pagamento ovvero io ho scritto: “Bonifico bancario ad avviso merce pronta – sconto 3%” e francamente mi sembrava che fosse chiaro.

Loro invece avevano capito “pagamento anticipato all’ordine” … (!) neanche di leggere sono capaci … 😀 per cui va da sè che se loro hanno bisogno il materiale per fine giugno è in quella data che pagheranno, mica adesso.

 

 

 

 

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